La tecnica romana di decorare i vetri a smalto, già valorizzata ai massimi livelli di perfezione dai siriaci, fu ereditata dai veneziani i quali la trasmisero indirettamente agli spagnoli e ai tedeschi.
Questa pratica decorativa, attestata a Murano tra la fine del XIII secolo e la prima metà del XIV secolo, si sviluppò eccezionalmente dopo la metà del XV secolo e nel XVIII secolo per poi venire recuperata nella seconda metà del XIX secolo.
In Francia l’artista Maurice Marinot (1892-1960) comincia la sua esperienza col vetro decorando vetri trasparenti realizzati specificatamente per adattarsi ai suoi smalti, gioca con le imperfezioni della materia, come le bolle in sospensione (verre malfin), le ingloba nel motivo decorativo, enfatizzando l’unicità del pezzo.
La decorazione a smalto viene eseguita a pennello sulle pareti dell’oggetto, utilizzando un miscuglio di vetro polverizzato, pigmenti colorati, ossidi metallici e sostanze grasse. La fissazione si otteneva riportando l’oggetto alla bocca del forno a circa 800-900°C; oggi l’oggetto viene collocato in una muffola (piccolo forno di ricottura), sottoponendolo a un ciclo termico che non supera i 500°C.