Realizzato con frammenti di vetro (tessere e/o sezioni di bacchetta) di diversi colori accostati tra di loro e fusi insieme, il vetro a mosaico è in uso dal XIX secolo.
Tra i manufatti più suggestivi ideati da Fulvio Bianconi per Venini ci sono quelli contraddistinti da tessere vitree. Alla XXV Biennale veneziana del 1950 si vide anche un primo esemplare di vetro pezzato, dove le stesse tessere formano la parete dell’oggetto. Per la realizzazione dei pezzati, le tessere ricavate da una canna schiacciata a nastro e tagliata a freddo venivano disposte a mosaico su una piastra refrattaria. Una volta introdotte nel forno, queste, per effetto del calore, si saldavano tra loro formando un tessuto vitreo che veniva chiuso a cilindro per essere lavorato, con la soffiatura e la modellazione a caldo, secondo la forma desiderata. Per i pezzati Bianconi adottò in genere forme insolite, a sezione schiacciata, particolarmente irregolari e connotate da linee morbide, talvolta interrotte da strozzature e sporgenze. La maggior parte della serie è in vetro trasparente ma non mancano esempi con tessere opache ricavate da canne con nucleo in lattimo.