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La collezione del Museo Archeologico Nazionale di Altino è di questa tradizione, una delle raccolte più importanti e dimostra la perizia dei maestri artigiani che lavoravano il vetro durante l'Impero, anticipando moltissime tecniche che sarebbero poi state ereditate dalla grande tradizione del vetro veneziano: la soffiatura a stampo e a mano libera, la lavorazione a nastri e a canne, il vetro murrino e a millefiori, le pizzicature e la decorazione con filamenti.
Il volume presenta attraverso un ricco apparato fotografico una selezione degli esemplari più rappresentativi, tra gli oltre mille, della collezione altinate.
A questo saggio fa riscontro la voce degli archeologi per illustrare, da un lato, la varietà delle forme e della funzione di olle, tazze, bottiglie, brocche, coppe, piatti, balsamari e monili e tratteggiare, dall'altro, l'evoluzione storica di Altino dalle sue origini nel X secolo a.c. fino all'abbandono nel VII secolo d.c. quando gli altinati si trasferirono definitivamente a Torcello.