La vetreria M.V.M. Cappellin e il giovane Carlo Scarpa 1925-1931

A cura di Marino Barovier

L’esposizione autunnale de LE STANZE DEL VETRO vuole mettere in luce l’importanza della vetreria M.V.M. Cappellin tra gli anni Venti e Trenta, grazie anche all’intervento del giovane architetto veneziano Carlo Scarpa.

“La vetreria M.V.M. Cappellin e il giovane Carlo Scarpa 1925-1931”, curata da Marino Barovier e dedicata alla vetreria gestita da Giacomo Cappellin tra il 1925 e il 1931, è la prossima mostra autunnale de LE STANZE DEL VETRO, aperta al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore dal 10 settembre 2018 al 6 gennaio 2019.

L’esposizione ripercorre per la prima volta la storia della vetreria nella sua complessità, focalizzandosi in particolare sul periodo 1925-1931, quando il giovane Carlo Scarpa entrò in azienda e iniziò così la sua lunga e rivoluzionaria carriera di design del vetro. Negli anni della sua attività la fornace si qualificò come la migliore alla pari della V.S.M. Venini & C. con cui rivaleggiò idealmente, realizzando una produzione di qualità eccezionale, sia per i tessuti vitrei impiegati (dai vetri trasparenti agli straordinari vetri opachi) sia per il design degli oggetti, caratterizzato da una elegante modernità.

Al lavoro di Giacomo Cappellin si affiancò, a partire dal 1926, il giovane architetto veneziano Carlo Scarpa, che resterà in azienda fino al 1931: se in alcuni casi Scarpa si fece interprete dello stesso Cappellin, ben presto riuscì ad assumere una certa autonomia nella progettazione dei modelli, che si distinsero soprattutto per il ricorrere di forme geometriche.

La mostra presenterà la ricchezza della produzione della vetreria che, grazie alle continue ricerche sulla materia vitrea e sulla forma, ha prodotto sempre nuove serie di vetri realizzando opere di qualità eccezionale, talvolta con risultati inediti.

 

Vai al catalogo

Vaso in pasta vitrea rossa e boccetta portaprofumo in pasta vitrea gialla, 1929-30. Ph. Enrico Fiorese

Vaso in pasta vitrea rossa e coppa in pasta vitrea gialla e rossa, 1930 ca. Ph. Enrico Fiorese