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Il materiale e le immagini sono destinate a uso esclusivo della stampa, non per scopi commerciali, al fine di promuovere le mostre e le attività espositive de LE STANZE DEL VETRO. Le immagini devono essere riprodotte accompagnate dalle rispettive didascalie e, quando indicato, dalla nota di attribuzione di copyright. Nessuna immagine può essere modificata dall'utente o utilizzata per scopi diversi da quelli indicati, previa autorizzazione scritta da parte de LE STANZE DEL VETRO.
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Informativa circa il trattamento dei dati personali forniti dall’Utente del sito LE STANZE DEL VETRO

Titolare del trattamento:

Pentagram Stiftung, con sede in Hartbertstrasse 1, Chur 7001 (Svizzera) Rappresentante stabilito ex art. 5.2, d.lgs. n. 196/2003 e Responsabile del Trattamento: Servizi Fondazione Pentagram s.r.l.

Informativa resa all’interessato ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs del 30 giugno 2003 n. 196

Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs del 30 giugno 2003 n. 196 (di seguito, il “D.Lgs. n. 196/2003”) – recante le disposizioni per la tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali –

Pentagram Stiftung

in qualità di “titolare” del trattamento dei dati personali degli utenti (di seguito indicati anche come “Utenti del Sito” o “Utente del Sito”) del sito http://www.lestanzedelvetro.org (di seguito, detto anche il “Sito”) insieme a

Servizi Fondazione Pentagram s.r.l. Unipersonale

(di seguito la “Servizi Fondazione Pentagram”), in qualità di “Rappresentante stabilito ex art. 5.2, d.lgs. n. 196/2003” nonché di “Responsabile del Trattamento” dei medesimi dati, informano i propri Utenti di quanto segue.

0. Tutela dei dati personali

La Responsabile del trattamento Servizi Fondazione Pentagram raccoglierà e tratterà, anche per conto di Pentagram Stiftung, i dati personali di ciascun Utente nel rispetto del D.Lgs del 30 giugno 2003 n. 196, recante le disposizioni per la tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali.
In particolare, i dati personali di ciascun Utente saranno trattati previa acquisizione del consenso espresso, per iscritto ove necessario, mediante la previa messa a disposizione della presente “informativa”, resa ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. del 30 giugno 2003 n. 196, e contenente, in particolare, l’indicazione dei Diritti dell’interessato

1. Fonte di acquisizione dei dati personali

1.1. Raccolta diretta

I dati personali (o alcuni dati qualificabili come “personali” ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003) vengono acquisiti dalla Responsabile del trattamento, Servizi Fondazione Pentagram, direttamente dall’Utente:
(a) vuoi all’atto della sua registrazione al Sito e/o della sua navigazione nel Sito stesso;
(b) vuoi della sua richiesta di invio elettronico e/o cartaceo: di prodotti editoriali gratuiti, incluse newsletter periodiche, inviti a mostre ed eventi, programmi di seminari, convegni, lezioni, ecc.;

1.2. Raccolta tecnologica e rinvio alla “Cookies Policy”.

All’atto della registrazione al Sito e/o della navigazione nel Sito stesso, possono essere raccolti dati relativi alla dotazione tecnologica quali, a titolo esemplificativo, il sistema operativo utilizzato, l’Host ID e l’indirizzo IP, le pagine visitate (dati di navigazione). Cookies, web beacons e tecnologie affini, di cui questo sito fa uso, consentono inoltre di riconoscere:
l’IP;
il tipo di browser utilizzato;
il sistema operativo utilizzato;
il sito web da cui l’Utente proviene;
la data e l’ora della visita;
l’URL delle pagine consultate;
altri dati di navigazione, come ad esempio i downloading effettuati.
Nel rinviare per più specifiche informazioni e avvertimenti alla “Cookie Policy” relativa a questo Sito, sin da ora si avverte ciascun Utente che quasi tutti i browser oggi consentono di rimuovere e bloccare cookies e web-beacons. Se l’Utente rimuove o blocca i cookies dovrà reintrodurre ogni volta l’username e la password; e otterrà informazioni generiche e non mirate sui suoi specifici interessi, perdendo gran parte dei vantaggi del servizio offerto.

1.3. Raccolta dati da fonti di terzi. Possibile condivisione di dati personali con terze parti

La Responsabile del Trattamento e la stessa Titolare (anche per il tramite della prima) possono ricevere saltuariamente informazioni concernenti l’Interessato da altre fonti, come ad esempio controparti di contatti commerciali ovvero da imprese o fondazioni collegate, controllate, controllanti o soggette a comune controllo (anche estere), ovvero ancora da imprese acquisite o semplicemente convenzionate e/o da altri enti (come ad esempio: società lucrative, società cooperative società consortili, fondazioni e/o associazioni, anche estere; Enti pubblici, etc.) e può incrociare e integrare queste informazioni con le informazioni già disponibili.
Se l’Utente trasmette l’informazione di un terzo (o se una terza parte ci trasmette l’informazione in suo nome), richiediamo esplicitamente che chi trasmette l’informazione abbia ricevuto il consenso da chi la fornisce.
Alcuni contenuti del Sito possono inoltre essere offerti in condivisione con terze parti (c.d. “co-branded”). In questi casi, quando l’Utente trasmette, indica o comunque comunica le sue informazioni personali alla Pentagram Stiftung per il tramite di Servizi Fondazione Pentagram è bene che ricordi che queste ultime saranno rese disponibili, sia presso la Titolare, sia presso la Responsabile del Trattamento, sia presso le terze parti che offrono in condivisione con la Titolare i medesimi beni e/o servizi.
Inoltre, è possibile che Pentagram Stiftung e/o Servizi Fondazione Pentagram condividano con terze parti i dati personali raccolti tramite il canale internet ovvero presso il Bookshop de LE STANZE DEL VETRO per finalità di promozione e di informazione circa attività culturali e/o iniziative editoriali (come ad esempio: mostre, esposizioni, conference, concerti, seminari, lezioni, video-installazioni, film, documentari, presentazioni di artisti e di opere d’arte, di libri e/o cataloghi, ecc.) ideate, realizzate, prodotte, patrocinate e/o curate dal Titolare del trattamento e/o dal Responsabile del trattamento congiuntamente ovvero con la cooperazione di tali terze parti.

2. Finalità del trattamento dei dati personali

I dati personali vengono raccolti con lo scopo di gestire i servizi forniti all’utente mediante il Sito nonché allo scopo di sviluppare una comunicazione mirata con l’Utente mediante:

  • l’apertura e la reportistica degli account dell’Utente del Sito (anche in correlazione con l’account che risultasse eventualmente attivato presso il bookshop de LE STANZE DEL VETRO),
  • la pianificazione degli account dell’Utente del Sito (anche in correlazione con l’account che risultasse eventualmente attivato presso il bookshop de LE STANZE DEL VETRO),
  • la personalizzazione delle comunicazioni di attività culturali e dei contenuti di interesse per l’Utente (anche in correlazione con l’eventuale account che risultasse attivato presso il bookshop de LE STANZE DEL VETRO),
  • l’invio all’Utente di informazioni circa nuovi servizi culturali e ricreativi erogati dalla Titolare o da terze parti (anche in correlazione con l’eventuale account che risultasse attivato presso il bookshop de LE STANZE DEL VETRO),
  • l’invio all’Utente di informazioni e messaggi promozionali (sotto forma di newsletter elettronica e/o cartacea, di inviti, di brochure, di locandine e simili, diffusi sia in formato elettronico, sia in formato cartaceo) circa le attività culturali (eventi, mostre, seminari, convegni, lezioni, concerti, laboratori di approfondimento per bambini e adulti e attività connesse) prodotte e/o organizzate dalla Titolare ovvero dalla Responsabile del Trattamento con e/o da terze parti, le ricerche di mercato effettuate per conto della Titolare e/o della Responsabile e/o di terze parti (implicante la possibilità di comunicare i dati personali degli Interessati a terze parti incaricate di tali operazioni),
  • l’analisi delle modalità di utilizzo di servizi da parte dell’Utente (implicante la possibilità di comunicare i dati personali degli Interessati a terze parti incaricate di tali analisi),
  • il monitoraggio del servizio erogato per prevenire utilizzi non autorizzati dei contenuti e violazioni delle condizioni di servizio (implicante la possibilità di comunicare i dati personali degli Interessati a terze parti incaricate di tali monitoraggi),
  • la prevenzione di frodi e di attività illegali (implicante la possibilità di comunicare i dati personali degli Interessati a terze parti incaricate di tali operazioni di prevenzione).

3. Modalità di trattamento e ambito di comunicazione dei dati personali

Il trattamento avverrà mediante l’utilizzo di strumenti e procedure idonee a garantire la sicurezza e la riservatezza dei dati stessi e sarà effettuato con l’ausilio di mezzi elettronici e di Incaricati nel pieno rispetto di quanto previsto dalle Misure Minime di Sicurezza, siccome individuate nel Disciplinare tecnico in materia di misure minime di sicurezza – Allegato B del D.Lgs. n. 196/2003. I dati in questione saranno trattati da Servizi Fondazione Pentagram s.r.l., in qualità di Responsabile del Trattamento nonché di Rappresentante stabilito, designato ex art. 5.2, D.Lgs. n. 196/2003, e in particolare dagli Incaricati del trattamento.

4. Conferimento dei dati personali

4.1. Il conferimento dei dati personali è in ogni caso facoltativo e il loro mancato conferimento normalmente non pregiudica in alcun modo la navigazione nel Sito.

In relazione ai dati personali forniti direttamente dall’Utente si avverte tuttavia che il mancato conferimento dei dati contrassegnati come “obbligatori” nei moduli consegnati personalmente nel bookshop de LE STANZE DEL VETRO ovvero per l’accesso ad alcune sezioni del Sito o comunque per la fruizione di determinati servizi rende impossibile l’accesso e la fruizione e, conseguentemente, diviene impossibile per l’utente inviare richieste (informative o contrattuali) e fruire dei servizi erogati mediante il Sito. Al contrario, il mancato conferimento di dati ulteriori (non “obbligatori”) non ha alcuna conseguenza per l’Utente rispetto alla navigazione del Sito e/o ai servizi di informazioni periodiche (newsletter etc.) e/o agli altri servizi connessi.

4.2. In relazione ai dati raccolti con mezzi tecnologici, con riferimento ai cookies e agli altri web beacons (e fatto salvo il rinvio alla completa lettura della “Cookie Policy” del Sito), si ricorda che l’Utente può comunque decidere in ogni momento di non abilitare o disabilitare il loro uso mediante le opzioni fornite dal suo software di navigazione; il mancato conferimento dei dati acquisibili mediante l’uso di cookies e altri web beacons non ha alcuna conseguenza pregiudizievole per l’Utente rispetto alla navigazione del Sito, salvo che divenga impossibile registrarsi e/o accedere alle sezioni riservate del Sito, per le quali è necessario non disabilitare l’uso dei cookies o altri web beacons. Per quanto concerne, invece, i dati di navigazione acquisiti automaticamente dai sistemi informatici e dalle procedure software preposte al funzionamento di questo Sito nel corso del loro normale esercizio, nel caso in cui l’Utente non desideri conferire questi dati è tenuto a non navigare in questo Sito.

5. Comunicazione dei dati personali

5.1. Fermo quanto indicato nel precedente punto 1.3, e fermo restando le comunicazioni e le diffusioni effettuate in esecuzione di obblighi previsti dalla normativa nazionale e comunitaria, i dati personali, una volta raccolti dalla Titolare (e/o dalla Responsabile e/o terze parti) potranno essere comunicati alle seguenti categorie di soggetti:

  • nell’ambito delle proprie mansioni e/o dei rispettivi obiettivi e progetti, dipendenti e/o collaboratori di Pentagram Stiftung nonché di Servizi Fondazione Pentagram s.r.l.
  • nell’ambito delle proprie mansioni e/o dei rispettivi obiettivi e progetti, dipendenti e/o collaboratori di enti collegati, controllanti, controllati e/o soggetti a comune controllo di Pentagram Stiftung e/o di Servizi Fondazione Pentagram ovvero legati ai predetti enti da particolari vincoli contrattuali
  • fornitori, distributori e grossisti
  • Uffici della Pubblica Amministrazione
  • istituti di credito, compagnie e agenzie di assicurazioni, broker e mediatori assicurativi, società finanziarie, società di leasing, ecc.
  • società di consulenza informatica e simili
  • Uffici giudiziari, Uffici postali, spedizionari e corrieri per l’invio/ricezione di documentazione e/o altro materiale
  • persone, società, associazioni e/o studi professionali che prestano servizi o attività di assistenza e consulenza alla Titolare e/o alla Responsabile del Trattamento, con particolare, ma non esclusivo, riferimento alle questioni in materia promozionale, contabile, amministrativa, legale, del lavoro, tributaria e finanziaria.
    5.2. Salvo quanto previsto nel successivo punto 5.4, i dati non sono soggetti a diffusione.
    5.3. Salvo quanto già indicato nel precedente punto 1.3, Pentagram Stiftung, anche per il tramite di Servizi Fondazione Pentagram, potrà inoltre condividere o trasmettere i dati dell’Utente con/a terze parti affiliate (controparti di contratti commerciali, controparti convenzionate, imprese, fondazioni o associazioni controllate, controllanti, soggette a comune controllo etc.), vuoi alla Pentagram Stiftung, vuoi alla Servizi Fondazione Pentagram, a sostegno delle rispettive attività istituzionali, di marketing e di comunicazione nonché con i/ai fornitori di beni e/o servizi che agiscono ed utilizzino i dati per conto di Pentagram Stiftung e/o di Servizi Fondazione Pentagram.
    5.4 Inoltre si avverte che nelle aree wikis, forum, blogs, chat e altri ambienti di social network, le informazioni inviate dall’Utente sono diffuse a tutti i partecipanti.

6. Trasferimento dei dati personali

I dati personali possono essere trasferiti, sempre per le finalità di cui al punto 1, sia nell’ambito dei Paesi dell’Unione Europea che verso Paesi terzi nel rispetto degli artt. 42 e ss. del D.Lgs. n. 196/2003.

7. Diritti dell’interessato

Relativamente ai dati personali è nella Sua facoltà l’esercizio dei diritti di accesso previsti dall’art. 7 del D.Lgs. n. 196/2003:
“1. L’interessato ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione in forma intellegibile. 2. L’interessato ha diritto di ottenere l’indicazione: a) dell’origine dei dati personali; b) delle finalità e modalità del trattamento; c) della logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici; d) degli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dell’articolo 5, comma 2; e) dei soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o incaricati. 3. L’interessato ha diritto di ottenere: a) l’aggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi ha interesse, l’integrazione dei dati; b) la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, compresi quelli di cui non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti o successivamente trattati; c) l’attestazione che le operazioni di cui alle lettere a) e b) sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impossibile o comporta un impiego di mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato. 4. L’interessato ha diritto di opporsi, in tutto o in parte: a) per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della raccolta; b) al trattamento di dati personali che lo riguardano a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.”

Titolare del trattamento dei dati personali

è Pentagram Stiftung, con sede in Chur, Hartbertstrasse 1, 7001 Svizzera, la quale al fine del trattamento dei dati personali in Italia elegge quale Rappresentante Stabilito ex art. 5.2 D.Lgs., n. 196/2003 e nomina quale Responsabile del Trattamento Servizi Fondazione Pentagram s.r.l. Unipersonale, cod. fisc./part. IVA 04128390277 con sede legale in Venezia, S. Croce n. 464, nella persona del suo Legale Rappresentante.

Esercizio dei diritti ex art. 7, D.Lgs. n. 196/2003:

per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.Lgs. n. 196/2003, ed indicati retro, al punto n. 7, l’Interessato dovrà indirizzare richiesta scritta a: Servizi Fondazione Pentagram s.r.l., presso la sede operativa in Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore 8 “Le Stanze del Vetro”; n. fax (+39) 041 5229138/e-mail: info@lestanzedelvetro.org
Dopo aver letto e preso conoscenza dei contenuti della “Informativa”, dichiaro di accettare il trattamento dei miei dati personali da parte di Servizi Fondazione Pentagram s.r.l. Unipersonale, in qualità di Responsabile del Trattamento nonché di Rappresentante stabilito designato da Pentagram Stiftung, ex art. 5.2 D.lgs. n. 196/2003; e, in particolare, di esprimere il consenso al loro trattamento nelle forme, con le modalità e per le finalità ivi indicate, avendo altresì piena consapevolezza dei diritti relativi riconosciuti in capo al sottoscritto dall’art. 7 D.lgs. n. 196/2003, in qualità di “Interessato”.

Disclaimer

Copyright

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In nessun caso PENTAGRAM STIFTUNG/ LE STANZE DEL VETRO potranno essere ritenuti responsabili dei danni di qualsiasi natura causati direttamente o indirettamente dall’accesso al sito, dall’utilizzo degli strumenti interattivi, dall’incapacità o impossibilità di accedervi, dall’utilizzo delle notizie in esso contenute. Sono consentite citazioni a titolo di cronaca o recensione se accompagnate dall’indicazione della fonte “www.lestanzedelvetro.org” e dalla sua Url. PENTAGRAM STIFTUNG/ LE STANZE DEL VETRO si riservano il diritto di riprodurre i testi in altre pubblicazioni. PENTAGRAM STIFTUNG/ LE STANZE DEL VETRO si riservano il diritto di modificare i contenuti del sito e delle note legali in qualsiasi momento e senza alcun preavviso.

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Informativa resa all’interessato ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs del 30 giugno 2003 n. 196

Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs del 30 giugno 2003 n. 196 (di seguito, il “D.Lgs. n. 196/2003”) – recante le disposizioni per la tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali – Servizi Fondazione Pentagram s.r.l. unipersonale, in qualità di “titolare” del trattamento dei dati personali degli utenti (di seguito indicati anche come “Utenti del Sito” o “Utente del Sito”) del sito http://www.lestanzedelvetro.org/shop (di seguito, detto anche il “Sito”) e/o dei clienti del bookshop (detti di seguito anche “Clienti del Bookshop”), collocato all’interno de “Le Stanze del Vetro”, site nell’Isola di San Giorgio Maggiore 8, Venezia (di seguito, il “Bookshop”), informa i propri Utenti di quanto segue.

0. Tutela dei dati personali (per gli Utenti del Sito e i Clienti del Bookshop)

Servizi Fondazione Pentagam s.r.l. Unipersonale (di seguito la “Servizi Fondazione Pentagram” o “Titolare”) raccoglierà e tratterà i dati personali di ciascun Utente e di ciascun Cliente del Bookshop nel rispetto del D.Lgs del 30 giugno 2003 n. 196, recante le disposizioni per la tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali.
In particolare, i dati personali di ciascun Utente e/o Cliente del Bookshop saranno trattati previa acquisizione del consenso espresso, per iscritto ove necessario, mediante la previa messa a disposizione della presente “informativa”, resa ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. del 30 giugno 2003 n. 196, e contenente, in particolare, l’indicazione dei “Diritti dell’interessato”

1. Fonte di acquisizione dei dati personali

1.1. Raccolta diretta (per gli Utenti del Sito e i Clienti del Bookshop)
I dati personali (o alcuni dati qualificabili come “personali” ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003) vengono acquisiti dalla Titolare Servizi Fondazione Pentagram direttamente dall’Utente e/o dal Cliente del Bookshop:
(a) vuoi all’atto della sua registrazione al Sito e/o della sua navigazione nel Sito stesso;
(b) vuoi della sua richiesta di evasione di un ordine relativo all’erogazione di un servizio e/o all’invio: (i) di prodotti editoriali, incluse newsletter periodiche, inviti a mostre ed eventi, seminari, convegni, lezioni, ecc. e/o (ii) di oggetti di merchandising, offerti in vendita ovvero gratuitamente, a seconda dei casi, talora presso il Bookshop, talora attraverso il Sito;
(c) vuoi della sua richiesta di evasione di un ordine relativo all’erogazione di altri beni o servizi offerti in vendita presso il Bookshop ovvero presso il Sito;
Di norma, Servizi Fondazione Pentagram non raccoglie il numero di carta di credito o di debito (o Bancomat) utilizzato per la transazione commerciale effettuata mediante il Sito, in quanto la transazione stessa è gestita direttamente dalla banca. Tuttavia, si avvertono gli Utenti che, all’atto della registrazione nel Sito o della transazione commerciale connessa alla navigazione sul Sito, possono essere raccolti dati relativi agli interessi e alle preferenze del singolo Utente del Sito.
Invece, il numero di carta di credito o di debito (o Bancomat), oltre ad altri dati relativi a ciascun Cliente del Bookshop potranno essere, e normalmente saranno raccolti nel corso delle operazioni di vendita condotte presso il Bookshop aperto al pubblico, attraverso i terminali POS e/o Carte di Credito in uso presso il Bookshop medesimo.
1.2. Raccolta tecnologica e rinvio alla “Cookies Policy” (per gli Utenti del Sito)
All’atto della registrazione al Sito e/o della navigazione nel Sito stesso, possono essere raccolti dati relativi alla dotazione tecnologica quali, a titolo esemplificativo, il sistema operativo utilizzato, l’Host ID e l’indirizzo IP, le pagine visitate (dati di navigazione). Cookies, web beacons e tecnologie affini, di cui questo sito fa uso, consentono inoltre di riconoscere:
l’IP;
il tipo di browser utilizzato;
il sistema operativo utilizzato;
il sito web da cui l’Utente proviene;
la data e l’ora della visita;
l’URL delle pagine consultate;
altre dati di navigazione, come ad esempio i downloading effettuati.
Nel rinviare per più specifiche informazioni e avvertimenti alla “Cookie Policy” relativa a questo Sito, sin da ora si avverte ciascun Utente che quasi tutti i browser oggi consentono di rimuovere e bloccare cookies e web-beacons. Se l’Utente rimuove o blocca i cookies dovrà reintrodurre ogni volta l’username e la password; e otterrà informazioni generiche e non mirate sui suoi specifici interessi, perdendo gran parte dei vantaggi del servizio offerto.
1.3. Raccolta dati da fonti di terzi. Possibile condivisione di dati personali con terze parti (per gli Utenti del sito e per i Clienti del Bookshop)
La Titolare può ricevere saltuariamente informazioni concernenti l’Interessato da altre fonti, come ad esempio controparti di contatti commerciali ovvero da imprese o fondazioni collegate, controllate, controllanti o soggette a comune controllo (anche estere), ovvero ancora da imprese acquisite o semplicemente convenzionate e/o da altri enti (come ad esempio: società lucrative, società cooperative società consortili, fondazioni e/o associazioni, anche estere; Enti pubblici, etc.) e può incrociare e integrare queste informazioni con le informazioni già disponibili.
Se l’Utente ovvero il Cliente del Bookshop trasmette l’informazione di un terzo (o se una terza parte ci trasmette l’informazione in suo nome), richiediamo esplicitamente che chi trasmette l’informazione abbia ricevuto il consenso da chi la fornisce.
Alcuni contenuti del Sito possono inoltre essere offerti in condivisione con terze parti (c.d. “co-branded”). In questi casi, quando l’Utente ovvero il Cliente del Bookshop trasmette, indica o comunque comunica le sue informazioni personali alla Servizi Fondazione Pentagram è bene che ricordi che queste ultime saranno rese disponibili, sia presso la Titolare, sia presso le terze parti che offrono in condivisione con la Titolare i medesimi beni e/o servizi.

2. Finalità del trattamento dei dati personali (per gli Utenti del sito e per i Clienti del Bookshop)

I dati personali vengono raccolti con lo scopo di gestire i servizi forniti all’utente mediante il Sito nonché allo scopo di sviluppare una comunicazione mirata con l’Utente mediante:
la trasmissione e l’evasione di ordini d’acquisto di beni e/o servizi offerti nel Sito e/o presso il Bookshop,
l’apertura e la reportistica degli account dell’Utente del Sito/Cliente del Bookshop,
la pianificazione e la rendicontazione degli account dell’Utente del Sito/Cliente del Bookshop,
la personalizzazione delle promozioni e dei contenuti di interesse per l’Utente,
l’invio all’Utente di informazioni circa nuovi servizi erogati ovvero beni venduti dalla Titolare o da terze parti,
l’invio all’Utente di informazioni (sotto forma di newsletter elettronica e/o cartacea, di inviti, brochure, locandine e simili, sia in formato elettronico sia in formato cartaceo) circa eventi, mostre, seminari, convegni e servizi connessi, organizzati ovvero erogati dalla Titolare e/o da terze parti,
le ricerche di mercato,
l’analisi delle modalità di utilizzo di servizi da parte dell’Utente
il monitoraggio del servizio erogato per prevenire utilizzi non autorizzati dei contenuti e violazioni delle condizioni di servizio,
la prevenzione di frodi e di attività illegali.

3. Modalità di trattamento e ambito di comunicazione dei dati personali (per gli Utenti del sito e per i Clienti del Bookshop)

Il trattamento avverrà mediante l&utilizzo di strumenti e procedure idonee a garantire la sicurezza e la riservatezza dei dati stessi e sarà effettuato con l’ausilio di mezzi elettronici e/o di Incaricati, nel pieno rispetto di quanto previsto dalle Misure Minime di Sicurezza, siccome individuate nel Disciplinare tecnico in materia di misure minime di sicurezza – Allegato B del D.Lgs. n. 196/2003. I dati in questione saranno trattati da Servizi Fondazione Pentagram s.r.l. Unipersonale, e in particolare dagli Incaricati del trattamento.

4. Conferimento dei dati personali (per gli Utenti del sito e per i Clienti del Bookshop)

4.1. Il conferimento dei dati personali è in ogni caso facoltativo e il loro mancato conferimento normalmente non pregiudica in alcun modo la navigazione nel Sito. In relazione ai dati personali forniti direttamente dall’Utente/Cliente del Bookshop si avverte tuttavia che il mancato conferimento dei dati contrassegnati come “obbligatori” nei moduli consegnati personalmente nel Bookshop ovvero per l’accesso ad alcune sezioni del Sito o comunque per la fruizione di determinati servizi rende impossibile l’accesso e la fruizione e, conseguentemente, diviene impossibile per l’utente inviare richieste (informative o contrattuali) e fruire dei servizi erogati mediante il Sito e/o il Bookshop. Al contrario, il mancato conferimento di dati ulteriori (non “obbligatori”) non ha alcuna conseguenza per l’Utente rispetto alla navigazione del Sito e/o agli altri servizi connessi alle attività del Bookshop e/o di informazioni periodiche (newsletter etc.).
4.2. In relazione ai dati raccolti con mezzi tecnologici, con riferimento ai cookies e agli altri web beacons (e fatto salvo il rinvio alla completa lettura della “Cookie Policy” del Sito), si ricorda che l’Utente può comunque decidere in ogni momento di non abilitare o disabilitare il loro uso mediante le opzioni fornite dal suo software di navigazione; il mancato conferimento dei dati acquisibili mediante l’uso di cookies e altri web beacons non ha alcuna conseguenza pregiudizievole per l’Utente rispetto alla navigazione del Sito, salvo che divenga impossibile registrarsi e/o accedere alle sezioni riservate del Sito, per le quali è necessario non disabilitare l’uso dei cookies o altri web beacons. Per quanto concerne, invece, i dati di navigazione acquisiti automaticamente dai sistemi informatici e dalle procedure software preposte al funzionamento di questo Sito nel corso del loro normale esercizio, nel caso in cui l’Utente non desideri conferire questi dati è tenuto a non navigare in questo Sito.

5. Comunicazione dei dati personali (per gli Utenti del sito e per i Clienti del Bookshop)

5.1 Ferme restando le comunicazioni e le diffusioni effettuate in esecuzione di obblighi previsti dalla normativa nazionale e comunitaria, i dati personali, una volta raccolti dalla Titolare (e/o da terze parti) potranno essere comunicati alle seguenti categorie di soggetti:
nell’ambito delle proprie mansioni e/o dei risettivi obiettivi e progetti, dipendenti e/o collaboratori di Servizi Fondazione Pentagram s.r.l.,
nell’ambito delle proprie mansioni e/o dei risettivi obiettivi e progetti, dipendenti e/o collaboratori di enti collegati, controllanti, controllati e/o soggetti a comune controllo di Servizi Fondazione Pentagram ovvero legati alla predetta da particolari vincoli contrattuali,
fornitori, distributori e grossisti,
Uffici della Pubblica Amministrazione,
istituti di credito, compagnie e agenzie di assicurazioni, broker e mediatori assicurativi, società finanziarie, società di leasing, ecc.,
società di consulenza informatica e simili,
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L’Arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg

A cura di Giordana Naccari e Cristina Beltrami22 marzo — 25 luglio 2021

La prossima esposizione primaverile sarà dedicata alla straordinaria collezione di animali di vetro di Pierre Rosenberg, Presidente-Direttore onorario del Museo del Louvre di Parigi

Aprirà al pubblico il 22 marzo 2021 la mostra L’Arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg, curata da Giordana Naccari e Cristina Beltrami, che ripercorrerà – in modo originale e coinvolgente – la storia del vetro muranese del Novecento attraverso un’angolazione inedita: l’animale di vetro.

Gli oltre 750 pezzi in esposizione – elefanti, ippopotami, gatti, giraffe, orsi, pappagalli, pesci, tartarughe, volpi… e persino minuscoli insetti realizzati a lume in scala reale – appartengono alla collezione personale che Pierre Rosenberg, storico Direttore del Museo del Louvre di Parigi, ha messo insieme in trent’anni d’assidua frequentazione di Venezia.

Non mancano esemplari delle serie più celebri come i pulegosi di Napolene Martinuzzi, i volatili di Tyra Lundgren o di Toni Zuccheri per la Venini. Accanto ad esemplari noti della Seguso Vetri d’Arte, agli zebrati di Barovier & Toso, agli acquari di Alfredo Barbini, la mostra proporrà un vasto campionario di animali realizzati da vetrerie meno note ma altrettanto interessanti sul fronte della sperimentazione tecnica e formale della Murano del Novecento. A dimostrazione dell’inesauribile ispirazione del soggetto, la mostra includerà anche sculture di artisti viventi come Cristiano Bianchin, Isabelle Poilprez, Maria Grazia Rosin e Giorgio Vigna.

L’allestimento sarà curato da Denise Carnini e Francesca Pedrotti, giovani scenografe prestatesi a raccontare questo zoo di vetro. A corredo della mostra verrà proiettato un video d’animazione realizzato da Giulia Savorani, artista visiva e regista che, partendo da disegni su vetro, ha dato vita a una fiaba ideata per quest’occasione da Giordana Naccari.

Dicembre 12, 2020
  • Un asino, una scimmia e un gatto in vetro zebrato, Barovier & Toso, 1929-1930. Courtesy LE STANZE DEL VETRO
  • Farfalle di Bruno Amadi, anni ottanta. Courtesy LE STANZE DEL VETRO
  • Tre orsi in vetro lattimo e foglia d’oro, anni trenta. Courtesy LE STANZE DEL VETRO
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Mostre itineranti

In questa sezione troverete tutte le mostre già ospitate a LE STANZE DEL VETRO che potrete ammirare anche all’estero e in altre istituzioni!

Giugno 24, 2020

Paolo Venini e la sua fornace

Finnish Glass Museum, Riihimäki, Finlandia2 giugno 2020 – 31 dicembre 2020

La mostra presenta 100 opere in vetro e disegni preparatori di Paolo Venini e di alcuni degli artisti che hanno collaborato con lui prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Paolo Venini (1895-1959) fondò nel 1925 la vetreria V.S.M. Venini & C. con Napoleone Martinuzzi e Francesco Zecchin: divenuto in seguito presidente della società, operò instancabilmente come grande regista e direttore della ditta fino alla sua scomparsa. 

Il ruolo di Paolo Venini e della sua straordinaria personalità è al centro della mostra, ma allo stesso tempo presenta anche le creazioni di coloro che hanno collaborato con lui tra gli anni Trenta e Cinquanta, chiamati da Venini o giunti perché interessati alla qualità del lavoro della sua fornace: Tyra Lundgren, Gio Ponti, Piero Fornasetti, Eugène Berman, Ken Scott, Charles Lin Tissot, Riccardo Licata, Massimo Vignelli, Tobia Scarpa, Grete Prytz.

 

Precedentemente esposta anche a:

 

VENINI. VENEDIGS GLANZ IN GLAS

Glasmuseum Frauenau, Germania

15 settembre 2019 – 14 marzo 2020

 

Venini & C. 1934-1959.

Le génie verrier à Murano

Vitromusée Romont, Svizzera

9 giugno – 11 novembre 2018

 

Paolo Venini e la sua fornace

LE STANZE DEL VETRO, Venezia

11 settembre 2016 – 8 Gennaio 2017

 

Giugno 24, 2020
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Hiroshi Sugimoto – Post Vitam

Kyoto City KYOCERA Museum of Art, Giappone26 maggio - 4 ottobre 2020

L’installazione site-specific “Glass Tea House Mondrian” di Hiroshi Sugimoto, già ospitata nel giardino esterno de LE STANZE DEL VETRO tra il 2014 e il 2016, è ora al Kyoto City Museum of Art

 

È aperta al pubblico fino al 4 ottobre la mostra Hiroshi Sugimoto – Post Vitam che presenta per la prima volta al Kyoto Museum of Art un’installazione su larga scala di opere fotografiche dell’artista giapponese.

Viene inoltre esposta l’installazione “Glass Tea House Mondrian” che si ispira alla tradizione giapponese della cerimonia del tè. L’opera si compone di due elementi principali: un cubo di vetro, la casa del tè e un giardino che lo ospita.

 

Precedentemente esposta anche a:

Sugimoto Versailles. Surface de Révolution.

The Glass Tea House Mondrian

Versailles, Francia

16 ottobre 2018 – 17 febbraio 2019

 

Glass Tea House Mondrian

LE STANZE DEL VETRO, Venezia

6 giugno 2014 – 29 novembre 2016

Maggio 26, 2020
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Vittorio Zecchin: i vetri per Cappellin e Venini

Museo Kunstsammlungen der Veste Coburg, Germania15 maggio 2020 – 10 gennaio 2021

La mostra si concentra sulla produzione estremamente raffinata di Vittorio Zecchin, che si distinse dall’artigianato muranese dell’epoca.

 

Per chi si fosse perso la mostra ospitata a LE STANZE DEL VETRO nel 2017, Vittorio Zecchin: i vetri per Cappellin e Venini è ora aperta nella fortezza medievale, Kunstsammlungen der Veste Coburg, in Germania. 

Sarà possibile ammirare circa 90 opere in vetro soffiato disegnate dall’artista muranese negli anni Venti, quando fu nominato direttore artistico prima alla V.S.M. Cappellin Venini & Co.  e poi alla M.V.M. Cappellin & Co.

La produzione vetraria di Zecchin si distinse dall’artigianato muranese dell’epoca, sia per le sue proporzioni classiche e le sue forme rigorose, sia per i suoi straordinari colori, per lo più delicati, ma a volte intensi e luminosi come le tonalità del giallo, verde, blu e ametista.

 

Precedentemente esposta anche a:
Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini
LE STANZE DEL VETRO
11 settembre 2017 – 7 gennaio 2018

 

Prossimamente:
Vittorio Zecchin- Glas für Cappellin und Venini
LWL-INDUSTRIEMUSEUM WESTFÄLISCHES LANDESMUSEUM FÜR INDUSTRIEKULTUR GLASHÜTTE GERNHEIM, Germania
15 febbraio 2021 – 15 agosto 2021

Maggio 15, 2020
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Venezia e lo Studio Glass Americano

Apertura al pubblico sospesa6 settembre 2020 — 10 gennaio 2021

In ottemperanza al DPCM del 3 dicembre 2020, il nostro spazio espositivo rimarrà chiuso.

VIRTUAL TOUR “VENEZIA E LO STUDIO GLASS AMERICANO”- PARTE 1

 

VIRTUAL TOUR “VENEZIA E LO STUDIO GLASS AMERICANO” – PARTE 2

 

Con 155 eccezionali pezzi tra cui vasi, sculture e installazioni in vetro create da 60 artisti, americani e veneziani, la mostra a LE STANZE DEL VETRO, “Venezia e lo Studio Glass Americano”, curata da Tina Oldknow e William Warmus, già curatori di vetro moderno e contemporaneo al The Corning Museum of Glass di New York, è la prima a esaminare attentamente l’influenza che l’estetica e le tradizionali tecniche di lavorazione del vetro veneziano hanno avuto sullo Studio Glass americano dagli anni Sessanta ad oggi.

Al centro della mostra c’è la monumentale installazione di Dale Chihuly, Laguna Murano Chandelier, realizzata nel 1996 a Murano con i maestri veneziani Lino Tagliapietra e Pino Signoretto ed esposta nella Sala Carnelutti della Fondazione Giorgio Cini. Il lampadario, formato da cinque enormi componenti, incorpora elementi scultorei che rimandano alla laguna veneziana.

“Venezia e lo Studio Glass Americano” dimostra l’eredità duratura e versatile della produzione di vetro veneziano in America, analizzando l’impatto che Venezia ha avuto sull’arte vetraria americana contemporanea.

LE STANZE DEL VETRO sono un progetto culturale e uno spazio espositivo permanente situato sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, e dedicato allo studio e all’esposizione delle forme moderne e contemporanee dell’arte vetraria. Ogni anno vengono realizzate due mostre: la prima in primavera dedicata all’utilizzo del vetro negli ambiti dell’arte e del design del ventesimo e del ventunesimo secolo; la seconda durante l’autunno dedicata ai talenti che nel Novecento hanno disegnato e progettato per la vetreria Venini.

Le mostre sono sempre a ingresso gratuito e ogni progetto espositivo è accompagnato da visite guidate, laboratori didattici e incontri speciali per tutta la famiglia.

 

Elenco artisti:

Tina Aufiero, Philip Baldwin, Monica Guggisberg, Alfredo Barbini, Fulvio Bianconi, Martin Blank, Sonja Blomdahl, Nancy Callan, James Carpenter, Dale Chihuly, Deborah Czeresko, Dan Dailey, Laura Donefer, Jeff Mack, Fritz Dreisbach, Claire Falkenstein, Katherine Gray, William Gudenrath, Kim Harty, Richard Jolley, John Kiley, Beth Lipman, Marvin Lipofsky, Harvey K. Littleton, Flora C. Mace, Joey Kirkpatrick, Dante Marioni, Richard Marquis, Napoleone Martinuzzi, Josiah McElheny, James Mongrain, Benjamin P. Moore, William Morris, Andy Paiko, Marc Petrovic, Stephen Rolfe Powell, Kait Rhoads, Alexander Rosenberg, Richard Royal, Ginny Ruffner, Charles Savoie, Italo Scanga, Carlo Scarpa, David Schnuckel, Michael Schunke, Archimede Seguso, Pino Signoretto, Preston Singletary, Raven Skyriver, Thomas Stearns, Ethan Stern, Boyd Sugiki, Lino Tagliapietra, Mark Tobey, Norwood Viviano, Karen Willenbrink-Johnsen, Robert Willson, Fred Wilson, Mark Zirpel, Toots Zynsky

 

Vai al catalogo

Novembre 28, 2019
  • Installation view, ph. Enrico Fiorese
  • Installation view, ph. Enrico Fiorese
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Carlo Scarpa. Vetri e Disegni. 1925-1931

Museo di Castelvecchio, Verona23 novembre 2019 - 8 marzo 2020

L’esposizione ha messo in luce l’importanza della vetreria M.V.M. Cappellin tra gli anni Venti e Trenta, grazie anche all’intervento del giovane architetto veneziano Carlo Scarpa.

La mostra ha ripercorso la storia della vetreria nella sua complessità, focalizzandosi in particolare sul periodo 1925-1931, quando il giovane Carlo Scarpa entrò in azienda e iniziò così la sua lunga e rivoluzionaria carriera di design del vetro. Negli anni della sua attività la fornace si qualificò come la migliore alla pari della V.S.M. Venini & C. con cui rivaleggiò idealmente, realizzando una produzione di qualità eccezionale, sia per i tessuti vitrei impiegati (dai vetri trasparenti agli straordinari vetri opachi) sia per il design degli oggetti, caratterizzato da una elegante modernità.

Scarpa collaborò con la vetreria fino alla sua chiusura per fallimento all’inizio del 1932, in parte a causa della sfavorevole situazione economica a seguito del crollo americano del 1929.

La mostra ha illustrato la ricchezza della produzione di Scarpa, grazie alla costante ricerca sul materiale e sulle forme, dando vita a lavori di qualità eccezionale, spesso con risultati inediti.

 

Precedentemente esposta anche a:

La vetreria M.V.M. Cappellin e il giovane Carlo Scarpa 1925-1931
LE STANZE DEL VETRO
10 settembre 2018 – 6 gennaio 2019

Novembre 23, 2019
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Toni Zuccheri e Tapio Wirkkala

Ricerca di documenti e operea cura di Marino Barovier, autunno 2021

Sarà dedicata a Tapio Wirkkala e a Toni Zuccheri e alla loro collaborazione con la vetreria Venini l’esposizione autunnale del 2021 de LE STANZE DEL VETRO: è iniziata la ricerca di documenti e opere in vista della mostra e della realizzazione dei relativi cataloghi

LE STANZE DEL VETRO dedicano la mostra dell’autunno 2021 all’architetto Toni Zuccheri e al designer finlandese Tapio Wirkkala, che collaborarono con la Venini dalla metà degli anni Sessanta.

In vista, quindi, della mostra su Toni Zuccheri e Tapio Wirkkala, curata da Marino Barovier, e della realizzazione dei relativi cataloghi, è in corso un’accurata ricerca documentaria e delle opere: si invita a segnalare foto storiche, disegni, documenti originali e vetri utili a illustrare questa produzione, chiamando il numero +39 041 5236748 o inviando una mail a consulting@barovier.it.

Ottobre 30, 2019
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Thomas Stearns alla Venini

A cura di Marino Barovier9 settembre 2019 – 5 gennaio 2020

L’esposizione autunnale de LE STANZE DEL VETRO vuole sottolineare l’importanza della collaborazione di Thomas Stearns con la vetreria Venini nei primi anni Sessanta 

“Thomas Stearns alla Venini”, curata da Marino Barovier, è la prossima mostra autunnale de LE STANZE DEL VETRO, aperta al pubblico sull’isola di San Giorgio Maggiore dal 9 settembre 2019 al 5 gennaio 2020.

L’artista americano frequentò la vetreria Venini nei primi anni Sessanta e, dopo un primo periodo in cui si avvicinò alle tecniche muranesi, cominciò a realizzare alcune opere dal carattere estremamente originale e insolito per la produzione locale.

Nacquero così delle piccole serie di vetri concepiti come un’espressione artistica dal carattere scultoreo, distinguibili per le forme asimmetriche e organiche e per i singolari tessuti vitrei, di grande matericità con inediti accostamenti cromatici.

Nel 1962, alla 31 Biennale, la Venini espose, insieme ai vetri di Tobia Scarpa, anche sei pezzi di Thomas Stearns che riscossero il plauso della commissione giudicatrice. Celebri i suoi pezzi: Il cappello del Doge, Facciate di Venezia. Per questi lavori venne proposta la medaglia d’oro che però poteva essere assegnata solo ad un artista italiano.

La mostra sottolineerà inoltre l’interesse che Stearns rivolse anche a tecniche di rifinitura a freddo e all’illuminazione, valorizzando sia l’espressione artistica che la ricerca tecnica.

 

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Giugno 05, 2019
  • Thomas Stearns alla Venini, installation view, ph. Enrico Fiorese
  • Thomas Stearns alla Venini, installation view, ph. Enrico Fiorese
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Maurice Marinot.
Il vetro, 1911-1934

A cura di Jean-Luc Olivié e Cristina Beltrami25 marzo — 28 luglio 2019

E’ dedicata al grande artista francese che ha posto le basi del vetro contemporaneo, l’esposizione primaverile de LE STANZE DEL VETRO.

È in programma dal 25 marzo al 28 luglio 2019 la mostra primaverile a LE STANZE DEL VETRO, “Maurice Marinot. Il vetro, 1911-1934″, a cura di Jean-Luc Olivié, del Musée des art décoratifs, e Cristina Beltrami, primo tributo internazionale a questo grande artigiano del vetro.

Con oltre 200 opere e numerosi disegni preparatori, la mostra mette in luce l’incredibile originalità dell’artista-vetraio francese, dalle prime realizzazioni a smalto ai vetri soffiati e modellati di persona con straordinaria abilità e inesauribile capacità inventiva.

La mostra “Maurice Marinot. Il vetro, 1911-1934″ permette di ammirare il lavoro di una figura fondamentale per la storia del vetro moderno e contemporaneo ancora non pienamente conosciuto dal grande pubblico.

LE STANZE DEL VETRO sono un progetto culturale e uno spazio espositivo permanente situato sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, e dedicato allo studio e all’esposizione delle forme moderne e contemporanee dell’arte vetraria. Ogni anno vengono realizzate due mostre: la prima in primavera dedicata all’utilizzo del vetro negli ambiti dell’arte e del design del ventesimo e del ventunesimo secolo; la seconda durante l’autunno dedicata ai talenti che nel Novecento hanno disegnato e progettato per la vetreria Venini.

Le mostre sono sempre a ingresso gratuito e ogni progetto espositivo è accompagnato da visite guidate, laboratori didattici e incontri speciali per tutta la famiglia.

 

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Dicembre 20, 2018
  • Flacone appiattito fiamme, 1930. Vetro trasparente, inclusioni rosse e nere a caldo tra gli strati, inciso all’acido. H 13 cm © RMAH, Brussels. Donazione Florence Marinot
  • Flacone, La sorgente, 1920. Parigi © Eric Emo / Petit Palais / Roger-Viollet
  • Flacone appiattito, 1925. Vetro trasparente con bolle, inclusioni blu a caldo tra gli strati. H 19,5 cm © MAD, Paris / Jean Tholance. Legato Louis e Alice Barthou
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Qwalala

Di Pae White12 maggio 2017 – 30 novembre 2019

La monumentale scultura dell’artista americana Pae White è aperta al pubblico nel giardino esterno de LE STANZE DEL VETRO

Qwalala è la seconda installazione temporanea (dopo Glass Tea House Mondrian di Hiroshi Sugimoto) a essere commissionata da LE STANZE DEL VETRO.

L’opera dell’artista americana Pae White, esposta nel giardino esterno de LE STANZE DEL VETRO, consiste in un muro curvolungo 75 metri e alto 2.4 metri realizzato con migliaia di mattoni di vetro fatti a mano in Veneto.

Il titolo dell’installazione, Qwalala, è un termine coniato dalla tribù di nativi americani Pomo e fa riferimento al corso serpeggiante del fiume Gualala nella California del nord che l’opera vuole richiamare, sia nella sua struttura che nel layout.

Circa la metà dei mattoni è in vetro trasparente, mentre i restanti saranno un turbinio di 26 colori diversi: da lontano questi mattoni creano un motivo astratto, pittorico, mentre ad uno sguardo più ravvicinato rivelano una miriade di dettagli. Il layout e la combinazione dei colori sono stati scelti dall’artista tra migliaia di combinazioni casuali generate al computer con l’utilizzo di un software ideato ad hoc per il progetto.

Apparentemente semplice nella forma, il muro esplora i limiti del vetro come materiale costruttivo e testimonia l’interesse di Pae White nel combinare materiali comuni e tecnologie, artigianato tradizionale e ingegneria avanzata, e nell’utilizzare l’industria manufatturiera per sfidare i limiti di ognuno di essi. Il risultato si può interpretare sia come una scultura che evoca l’architettura sia il contrario, come architettura che evoca la scultura.

Il progetto è accompagnato da un libro pubblicato da Verlag derBuchhandlung Walther Koenig.

Novembre 30, 2018
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La vetreria M.V.M. Cappellin e il giovane Carlo Scarpa 1925-1931

A cura di Marino Barovier10 settembre 2018 — 6 gennaio 2019

L’esposizione autunnale de LE STANZE DEL VETRO vuole mettere in luce l’importanza della vetreria M.V.M. Cappellin tra gli anni Venti e Trenta, grazie anche all’intervento del giovane architetto veneziano Carlo Scarpa.

“La vetreria M.V.M. Cappellin e il giovane Carlo Scarpa 1925-1931″, curata da Marino Barovier e dedicata alla vetreria gestita da Giacomo Cappellin tra il 1925 e il 1931, è la prossima mostra autunnale de LE STANZE DEL VETRO, aperta al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore dal 10 settembre 2018 al 6 gennaio 2019.

L’esposizione ripercorre per la prima volta la storia della vetreria nella sua complessità, focalizzandosi in particolare sul periodo 1925-1931, quando il giovane Carlo Scarpa entrò in azienda e iniziò così la sua lunga e rivoluzionaria carriera di design del vetro. Negli anni della sua attività la fornace si qualificò come la migliore alla pari della V.S.M. Venini & C. con cui rivaleggiò idealmente, realizzando una produzione di qualità eccezionale, sia per i tessuti vitrei impiegati (dai vetri trasparenti agli straordinari vetri opachi) sia per il design degli oggetti, caratterizzato da una elegante modernità.

Al lavoro di Giacomo Cappellin si affiancò, a partire dal 1926, il giovane architetto veneziano Carlo Scarpa, che resterà in azienda fino al 1931: se in alcuni casi Scarpa si fece interprete dello stesso Cappellin, ben presto riuscì ad assumere una certa autonomia nella progettazione dei modelli, che si distinsero soprattutto per il ricorrere di forme geometriche.

La mostra presenterà la ricchezza della produzione della vetreria che, grazie alle continue ricerche sulla materia vitrea e sulla forma, ha prodotto sempre nuove serie di vetri realizzando opere di qualità eccezionale, talvolta con risultati inediti.

 

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Agosto 22, 2018
  • Vaso in pasta vitrea rossa e boccetta portaprofumo in pasta vitrea gialla, 1929-30. Ph. Enrico Fiorese
  • Vaso in pasta vitrea rossa e coppa in pasta vitrea gialla e rossa, 1930 ca. Ph. Enrico Fiorese
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Una fornace a Marsiglia. Cirva

A cura di Isabelle Reiher e Chiara Bertola9 aprile – 29 luglio 2018

È dedicata al Cirva – Centre international de recherche sur le verre et les arts plastiques di Marsiglia l’esposizione primaverile de LE STANZE DEL VETRO

Prosegue fino al 29 luglio 2018 la mostra primaverile a LE STANZE DEL VETRO, “Una fornace a Marsiglia. Cirva – Centre international de recherche sur le verre et les arts plastiques”. L’esposizione ha due sedi, LE STANZE DEL VETRO e la Fondazione Querini Stampalia (fino al 24 giugno 2018), per un totale di 17 artisti in mostra. Curata da Isabelle Reiher, direttrice del Cirva di Marsiglia, e da Chiara Bertola, responsabile per l’arte contemporanea della Querini, il progetto si concentra su una selezione di opere del Cirva nel tentativo di evidenziare i momenti salienti della creazione da parte di artisti e designers giunti in residenze in questi trent’anni.

È così che Larry Bell, Pierre Charpin, Lieven De Boeck, Erik Dietman, Thomas Kovachevich, Giuseppe Penone, Jana Sterbak, Martin Szekely, Robert Wilson e Terry Winters trovano a LE STANZE DEL VETRO uno spazio dedicato al loro mondo: in ogni sala del percorso espositivo, infatti, viene sottolineato come la ricerca e l’esercizio di ciascun artista nei laboratori marsigliesi siano stati fondamentali per il loro lavoro.

LE STANZE DEL VETRO sono un progetto culturale e uno spazio espositivo permanente situato sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, e dedicato allo studio e all’esposizione delle forme moderne e contemporanee dell’arte vetraria. Ogni anno vengono realizzate due mostre: la prima in primavera dedicata all’utilizzo del vetro negli ambiti dell’arte e del design del ventesimo e del ventunesimo secolo; la seconda durante l’autunno dedicata ai talenti che nel Novecento hanno disegnato e progettato per la vetreria Venini.

Le mostre sono sempre a ingresso gratuito e ogni progetto espositivo è accompagnato da visite guidate, laboratori didattici e incontri speciali per tutta la famiglia.

 

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Maggio 04, 2018
  • Ph. Enrico Fiorese
  • Ph. Enrico Fiorese
  • Lieven De Boeck, "Mikado LBD Modulor", installation view, ph. Enrico Fiorese
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Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini

A cura di Marino Barovier11 settembre 2017 – 7 gennaio 2018

Sarà dedicata a Vittorio Zecchin, artista muranese, la prossima mostra autunnale de LE STANZE DEL VETRO. In mostra i vetri soffiati trasparenti disegnati per Cappellin e Venini dal 1921 al 1926

La mostra “Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini”, a cura di Marino Barovier, è dedicata ai vetri trasparenti disegnati negli anni Venti dallʼartista per la V.S.M. Cappellin Venini & C., prima, e per la M.V.M. Cappellin & C., poi.

Di origine muranese, Zecchin (1878-1947), dopo aver studiato all’Accademia di Venezia, si dedicò alla pittura rivolgendosi alla cultura artistica contemporanea, specie alle avanguardie mitteleuropee. Partecipe della grande stagione di Ca’ Pesaro, si interessò progressivamente alle arti applicate, dai ricami agli arazzi, ma soprattutto al vetro a cui guardò con passione ed entusiasmo.

Alla fine del 1921 assunse la direzione artistica della V.S.M. Cappellin Venini & C., vetreria fondata quell’anno da Giacomo Cappellin e da Paolo Venini, destinata in breve ad affermarsi sia nel panorama nazionale che internazionale.

I manufatti della Cappellin Venini si differenziarono subito dalle coeve realizzazioni muranesi, spesso connotate da eccessivi virtuosismi, per le proporzioni classiche e le linee di notevole essenzialità.

Lo scioglimento della società tra Cappellin e Venini nel 1925 non interruppe lo sviluppo di questo indirizzo poiché Zecchin continuò fino al 1926 a ideare nuovi modelli per la M.V.M. Cappellin & C. fondata da Giacomo Cappellin dopo la separazione da Paolo Venini.

Ogni sabato e domenica vengono offerte visite guidate fisse, gratuite e senza obbligo di prenotazione alle 12 (inglese) e alle 15 (italiano). Richiedi maggiori informazioni

 

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Giugno 12, 2017
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Ettore Sottsass: il vetro

A cura di Luca Massimo Barbero10 Aprile — 30 Luglio 2017

LE STANZE DEL VETRO celebrano la produzione vetraria di Ettore Sottsass (1917-2007), nel centenario della sua nascita, con la mostra, a cura di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, “Ettore Sottsass: il vetro”. L’esposizione presenterà circa 200 pezzi, in gran parte provenienti dalla collezione di Ernest Mourmans, molti dei quali mai esposti al pubblico, secondo un allestimento innovativo disegnato da Annabelle Selldorf. Si tratta di una novità assoluta: è la prima volta che viene realizzata una mostra interamente dedicata alla produzione dell’architetto italiano nel campo dei vetri e dei cristalli. “Ettore Sottsass: il vetro” si terrà sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia dal 10 aprile al 30 luglio 2017 e sarà accompagnata da un catalogo ragionato edito da Skira.

“I vetri di Sottsass sono organismi complessi, disegnati come se fossero dei personaggi” – spiega il curatore della mostra Luca Massimo Barbero – “l’architetto-artista spezza i confini tecnici degli oggetti con l’intrusione di materiali come vetro, plastica, policarbonato, vivificandoli. Sono delle presenze composte da più elementi che parlano tanto di un mondo vivo, quanto di un mondo immaginato. “Ettore Sottsass: il vetro” è una mostra che fa ripensare all’attualità del vetro di Murano, una vitalità che guarda al futuro.

 

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Marzo 23, 2017

Il Vetro degli Architetti. Vienna 1900-1937

Al MAK di Vienna18 gennaio - 17 aprile 2017

Una collaborazione tra il MAK di Vienna e LE STANZE DEL VETRO

La mostra “Il Vetro degli Architetti. Vienna 1900-1937″ si concentra su un affascinante capitolo dell’artigianato austriaco: sull’influenza epocale che i progetti di giovani architetti esercitarono sullo sviluppo dell’arte vetraria viennese.  Dopo il successo riscosso a LE STANZE DEL VETRO, a Venezia, nel 2016, questa mostra rimarchevole sarà presentata al MAK di Vienna all’inizio del 2017. La mostra, a cura di Rainald Franz (MAK Glass and Ceramics Collection, Vienna) in collaborazione con LE STANZE DEL VETRO, con le 300 opere esposte offre, per la prima volta, una panoramica completa del periodo a partire dagli ultimi decenni dell’Impero Austro-Ungarico alla fine della Prima Repubblica.

 

Precedentemente esposta anche a:
Il Vetro degli Architetti. Vienna 1900-1937
LE STANZE DEL VETRO
18 aprile – 31 luglio 2016

 


Glass of the Architects: Vienna, 1900–1937
Corning Museum of Glass
23 June 2018 – 6 January 2019

Dicembre 05, 2016
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Glass Tea House Mondrian

di Hiroshi Sugimoto6 giugno 2014 - 29 novembre 2016

L’opera “Glass Tea House Mondrian” costituisce un’iniziativa nuova rispetto a quelle presentate finora da LE STANZE DEL VETRO, allargando gli orizzonti del progetto e coinvolgendo artisti di fama internazionale nel progettare padiglioni o installazioni site-specific.

“Glass Tea House Mondrian” di Hiroshi Sugimoto si ispira alla tradizione giapponese della cerimonia del tè, così come è stata riformata dal maestro Sen no Rikyû (1522 — 1591). Lo stesso nome scelto da Hiroshi Sugimoto per la sua “Glass Tea House” è stato ispirato da Sen no Rikyû: “Ho deciso che una traslitterazione dal giapponese del nome Mondrian sarebbe stato un titolo ideale. Ho combinato tre caratteri — 聞鳥庵 — che indicano ‘una casa modesta dove si possono sentire gli uccelli cantare’. Mi piace pensare che questa casa da tè fu costruita da Mondrian dopo aver ascoltato Sen no Rikyû parlargli attraverso il canto degli uccelli”.

L’opera “Glass Tea House Mondrian” si compone di due elementi principali, un cubo di vetro e un giardino che lo ospita. Il giardino esterno (40 metri di lunghezza, 12,5 di larghezza) si snoda attraverso un percorso che comprende una lunga vasca d’acqua e che conduce il visitatore all’interno di un cubo di vetro (2,5×2,5 metri).

La recinzione esterna, volontariamente ispirata al Santuario di Ise nella prefettura di Mie (Giappone), è costruita in legno di cedro e realizzata dall’azienda Sumitomo Forestry Co. Ltd. Hiroshi Sugimoto e Sumitomo Forestry hanno deciso di utilizzare legno di cedro proveniente dalla regione del Tõhoku, con la volontà di contribuire e supportare la ricostruzione delle aree devastate dal terremoto e dallo tsunami del 2011. Al centro del giardino una lunga vasca d’acqua in mosaico di vetro, costituisce l’altro elemento essenziale del progetto e accompagna il visitatore al punto finale del padiglione e dunque anche al suo culmine, ossia la casa da tè. La piscina è realizzata grazie al contributo e alla collaborazione di Fondazione Bisazza. Tecnica e tradizione artigianale si intrecciano nella costruzione del cubo di vetro e degli elementi in legno, mescolando storia e modernità, artigianato e tecnologia. La casa da tè in vetro è opera dell’azienda Asahi Building-Wall Co. Ltd, leader nella progettazione di strutture architettoniche in vetro e in soluzioni ingegneristiche nella costruzione di facciata in vetro o componenti strutturali di edifici. Gli utensili utilizzati per la cerimonia del tè, invece, sono disegnati da Hiroshi Sugimoto e prodotti da artigiani di Kyoto.

Per questa occasione, Hiroshi Sugimoto ha progettato una particolare coppa in vetro realizzata dalla vetreria Simone Cenedese e in vendita come edizione d’artista in tiratura limitata presso il bookshop de LE STANZE DEL VETRO. L’innovazione della “Glass Tea House Mondrian” risiede nella sua capacità di suggerire uno spazio per esporre ed esperire l’architettura, dove il padiglione stesso diventa l’esposizione — innovazione alla quale si aggiunge l’autonomia dell’artista di proporre un tema e un progetto, libero da vincoli ma anzi aperto alla possibilità di sperimentare con le forme, il luogo, le tecnologie costruttive e materiali all’avanguardia.

 

Orari di apertura: tutti i giorni, eccetto il mercoledì, dalle 10 alle 16.30, fino alla chiusura, il 29 novembre 2016.

 

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  • Hiroshi Sugimoto. Glass Tea House Mondrian © Hiroshi Sugimoto + New Material Research Laboratory. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO. Foto: Enrico Fiorese
  • Hiroshi Sugimoto. Glass Tea House Mondrian © Hiroshi Sugimoto + New Material Research Laboratory. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO. Foto: Enrico Fiorese
  • Hiroshi Sugimoto. Glass Tea House Mondrian © Hiroshi Sugimoto + New Material Research Laboratory. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO. Foto: Enrico Fiorese
  • Hiroshi Sugimoto. Glass Tea House Mondrian © Hiroshi Sugimoto + New Material Research Laboratory. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO. Foto: Enrico Fiorese
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Paolo Venini e la sua fornace

A cura di Marino Barovier11 Settembre 2016 - 8 Gennaio 2017

Sarà dedicata a Paolo Venini, imprenditore illuminato e creativo, la mostra autunnale de LE STANZE DEL VETRO. In mostra 300 opere che raccontano la sua vis creativa e degli artisti che negli anni lo hanno affiancato, tra cui Gio Ponti, Piero Fornasetti, Massimo Vignelli e Tobia Scarpa

Milanese di nascita e muranese d’elezione, Paolo Venini (1895-1959) è stato un grande protagonista del vetro del Novecento, che ha contribuito in modo determinante a mantenere vitale con la sua appassionata attività nel corso di quarant’anni di storia. La sua figura di imprenditore colto, illuminato e creativo sarà protagonista della mostra autunnale de LE STANZE DEL VETRO: “Paolo Venini e la sua fornace”, a cura di Marino Barovier e aperta al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore dall’11 settembre 2016 all’8 gennaio 2017, che attraverso 300 opere ripercorrerà le creazioni di Paolo Venini e degli artisti che lo hanno affiancato.

Paolo Venini fondò nel 1925 la vetreria V.S.M. Venini & C. con Napoleone Martinuzzi e Francesco Zecchin. Divenuto in seguito presidente della società, operò instancabilmente come grande regista e direttore della ditta fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1959. Nel corso di quarant’anni di attività si avvalse della collaborazione di grandi artisti come lo scultore Napoleone Martinuzzi, gli architetti Tomaso Buzzi e Carlo Scarpa e il designer Fulvio Bianconi ai quali LE STANZE DEL VETRO ha già dedicato mostre monografiche.

Pur mettendo al centro dell’esposizione la straordinaria personalità e il ruolo di Paolo Venini, la mostra “Paolo Venini e la sua fornace” vuole illustrare anche la produzione dovuta agli autori che collaborarono con lui in maniera episodica tra gli anni trenta e gli anni cinquanta, chiamati dallo stesso Venini o giunti perché interessati alla qualità del lavoro della sua fornace: Tyra Lundgren, Gio Ponti, Piero Fornasetti, Eugène Berman, Ken Scott, Charles Lin Tissot, Riccardo Licata, Massimo Vignelli, Tobia Scarpa, Grete Prytz.

In occasione della mostra “Paolo Venini e la sua fornace”, verrà pubblicato un catalogo, edito da Skira per LE STANZE DEL VETRO, curato da Marino Barovier e Carla Sonego.

 

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  • Piatti in vetro a murrine trasparenti, 1957 ca.
  • Vasi e coppa in vetro a murrine “a dame” (a scacchiera), 1953
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Il Vetro degli Architetti. Vienna 1900-1937

A cura di Rainald Franz, Glass and Ceramics Collection, MAK Vienna18 Aprile 2016 - 31 Luglio 2016

In mostra i vetri dei protagonisti del Modernismo Viennese, come: Josef Hoffmann, Koloman Moser, Joseph Maria Olbrich, Leopold Bauer, Otto Prutscher, Oskar Strnad, Oswald Haerdtl e Adolf Loos.

Con oltre 300 opere provenienti dalla collezione del MAK – Austrian Museum of Applied Arts / Contemporary Art di Vienna e da collezioni private, “Il vetro degli architetti. Vienna 1900-1937″, a cura di Rainald Franz, aprirà al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia dal 18 aprile al 31 luglio 2016.

La mostra metterà a fuoco per la prima volta la genesi della moderna arte vetraria in Austria tra il 1900 e il 1937, un periodo molto fervido, compreso tra gli ultimi decenni dell’Impero Austro-Ungarico e la Prima Repubblica.

Dopo “Il vetro finlandese nella Collezione Bischofberger”, questa è la seconda esposizione dedicata agli sviluppi internazionali del vetro nel XX secolo, organizzata da LE STANZE DEL VETRO, progetto culturale pluriennale promosso da Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria del XX e XXI secolo.

 

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  • Il Vetro degli Architetti. Vienna 1900-1937 – Vista dell’allestimento – Foto di Enrico Fiorese – Courtesy LE STANZE DEL VETRO
  • Il Vetro degli Architetti. Vienna 1900-1937 – Vista dell’allestimento – Foto di Enrico Fiorese – Courtesy LE STANZE DEL VETRO
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Fulvio Bianconi alla Venini

A cura di Marino Barovier13 Settembre 2015 — 10 Gennaio 2016

Grafico estroso, illustratore, caricaturista, designer: Fulvio Bianconi  è stato uno degli artisti che ha collaborato con la vetreria Venini in modo più fruttuoso – in particolare negli anni Cinquanta – studiando creazioni che sarebbero diventate vere e proprie icone dell’arte del fuoco muranese

È dedicata al poliedrico artista veneto Fulvio Bianconi (Padova, 1915 – Milano, 1996) la nuova esposizione de LE STANZE DEL VETRO: è “Fulvio Bianconi alla Venini”, a cura di Marino Barovier, che si terrà sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia dal 13 settembre 2015 al 10 gennaio 2016. La mostra è la quarta del ciclo espositivo dedicato alla storia della Venini, organizzato da LE STANZE DEL VETRO, progetto di Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria del ventesimo e ventunesimo secolo.

Con oltre 300 opere, “Fulvio Bianconi alla Venini” vuole illustrare in modo esaustivo la proficua collaborazione che, negli anni, a più riprese, ha legato l’artista veneto e la celebre fornace muranese. Giunto a Murano nel 1946 per realizzare alcuni flaconi porta profumo per la ditta Giviemme, Fulvio Bianconi, stabilì una collaborazione con la vetreria che durò in modo continuativo fino alla metà degli anni Cinquanta, solo occasionalmente nel decennio successivo, e poi ancora tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta. In questi anni Bianconi instaurò con Paolo Venini un rapporto di stima basato sulla stima e l’entusiasmo che lo portò a caratterizzare la produzione della vetreria, studiando modelli dalle forme originali, connotate da un accentuato valore cromatico, che hanno portato alla nascita di opere suggestive, alcune delle quali incarnano l’entusiasmo dei “favolosi” anni Cinquanta, divenendo delle vere e proprie icone dell’arte del fuoco muranese.

Avvalendosi del materiale documentario inedito proveniente dall’archivio Venini e grazie alla disponibilità di collezionisti e musei italiani e stranieri, “Fulvio Bianconi alla Venini” propone una panoramica completa dei vetri disegnati dall’artista per la Venini, molti dei quali esposti con successo alla Biennale di Venezia e alla Triennale di Milano, ma anche nelle numerose mostre itineranti che si tennero sia in Europa sia negli Stati Uniti nel corso degli anni Cinquanta, che rivelano la straordinaria curiosità e lo spirito innovativo di Bianconi, caratterizzato da una forte attenzione alla policromia e animato da una ironica e giocosa creatività.

 

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  • Zebra con scimmietta in vetro policromo opaco, 1948-49
  • Vasi Fazzoletto in vetro incamiciato, 1949-50
  • Vasi a macchie in vetro trasparente con decori policromi, 1950
  • Vasi a macchie in vetro trasparente con decori policromi, 1950
  • Africane in vetro nero e in vetro a murrine policrome, 1954
  • Vaso scozzese a fasce policrome ritorte incrociate con fasce orizzontali pagliesco e rosso, 1954-57
  • Nudi in vetro trasparente colorato, 1950 ca.
  • Vasi a tessere applicate policrome, 1950
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Il vetro finlandese
nella Collezione Bischofberger

A cura di Kaisa Koivisto e Pekka Korvenmaa13 Aprile 2015 — 2 Agosto 2015

Più di trecento opere provenienti dalla collezione Bischofberger, per far rivivere al grande pubblico il fascino e l’estro del vetro artistico, a contatto con i capolavori dei principali protagonisti del design finlandese del Novecento.

Il 13 aprile 2015 apre al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia la mostra “Il vetro finlandese nella Collezione Bischofberger” a cura di Kaisa Koivisto, curatrice al The Finnish Glass Museum di Riihimäki (Finlandia) e di Pekka Korvenmaa, professore alla Aalto University School of Arts, Design and Architecture (Finlandia). L’eccellenza del design finlandese e internazionale contraddistingue l’importante e unico prestito di più di trecento opere in vetro provenienti dalla collezione Bischofberger, firmate dai principali protagonisti del design finlandese del Novecento: Aino e Alvar Aalto, Arttu Brummer, Kaj Franck, Göran Hongell, Gunnel Nyman, Timo Sarpaneva, Oiva Toikka e Tapio Wirkkala.

La mostra offre al pubblico l’occasione unica di vedere da vicino oggetti rarissimi, spesso in edizione unica, che Bruno e Christina Bischofberger hanno raccolto, con passione e perspicacia, negli ultimi quarant’anni. All’inizio degli anni Venti, la Finlandia decide di fare del design il proprio manifesto nel tentativo di stabilire una propria autonomia e una propria sovranità culturale. Alcuni tra i maggiori designer del Paese cominciano a utilizzare il vetro per creare vere e proprie opere d’arte nella loro straordinaria capacità di fondere tradizione e sperimentazione nell’utilizzo della materia vetraria.

A partire dal 1932 il vetro finlandese comincia a fare il giro del mondo, comunicando l’abilità e il talento creativo di quelli che saranno considerati i geni visionari del design scandinavo – ossia Arttu Brummer, Gunnel Nyman, Göran Hongell e i coniugi Aino e Alvar Aalto. Nei primi anni Cinquanta, grazie a un rinato ottimismo e alle influenze internazionali, designer e artisti si fanno più audaci e contribuiscono con il loro lavoro a gettare le fondamenta di quella che verrà definita “l’età dell’oro del vetro finlandese”.

Si cominciano a produrre oggetti e opere d’arte che oltre a soddisfare i bisogni funzionali e psicologici dei loro utenti, risultano al contempo esteticamente sofisticati e “naturali” grazie all’utilizzo di forme organiche e curvilinee. Accanto a designer di fama internazionale come Alvar Aalto, si affermano anche i futuri astri nascenti del design scandinavo come Kaj Franck, Gunnel Nyman e Tapio Wirkkala, considerato quest’ultimo uno dei simboli del successo internazionale del design finlandese del dopoguerra.

Negli anni Sessanta e Settanta si assiste a una vera e propria iniezione di colore ed energia, i vetri si colorano e assumono forme sofisticate, e dalle sapienti mani di Oiva Toikka nascono gli uccelli in vetro che diventeranno un marchio iconico della maison Iittala. Nel suo approccio irriverente sia alla materia che alla storia e alla tradizione del vetro, Toikka divenne il ponte di collegamento tra l’epoca d’oro dei favolosi anni ’50 e il design più contemporaneo.

La ricca rassegna curata da Kaisa Koivisto e Pekka Korvenmaa per gli spazi de LE STANZE DEL VETRO presenta i risultati migliori di una centenaria produzione vetraria: forme e modelli che hanno saputo riscrivere le pagine non solo della storia del design scandinavo, ma anche di quello internazionale. Per citare Iittala “The shape that moves. And the movement never stops” ossia “La forma si muove. E il movimento non si ferma mai”.

 

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  • Gunnel Nyman. Pärlbandet (Filo di perle). Vaso, 1947. Nuutajärvi. Collezione Bischofberger, Svizzera. Foto: Rauno Träskelin
  • Timo Sarpaneva. Kajakki (Kayak). Ciotola, 1953. Iittala. Collezione Bischofberger, Svizzera. Foto: Rauno Träskelin
  • Alvar Aalto. Aalto-kukka (Fiore Aalto). Piatto, ciotole e vaso, 1939. Karhula
. Collezione Bischofberger, Svizzera. Foto: Rauno Träskelin
  • Arttu Brummer. Finlandia. Vaso, 1945. Riihimäki. Collezione Bischofberger, Svizzera. Foto: Rauno Träskelin
  • Oiva Toikka. Pampulavaasi (Vaso pompon). Vaso, 1968. Nuutajärvi, pezzo unico. Collezione Bischofberger, Svizzera. Foto: Rauno Träskelin
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Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana

Yorkshire Sculpture Park, Wakefield, Inghilterra2 Maggio 2015 — 6 Settembre 2015

Dopo il successo della mostra organizzata a Venezia a LE STANZE DEL VETRO e quella allestita al MAK di Vienna, inaugura allo Yorkshire Sculpture Park, (premiato dal Art Fund come Museo dell’anno 2014) la terza esposizione internazionale dedicata alle sculture e opere in vetro dei fratelli Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana. I fratelli Santillana, che vivono a Venezia, sono discendenti della dinastia vetraria Venini, fondata a Murano nel 1921 dal nonno Paolo Venini.

I fratelli Santillana, che vivono a Venezia, sono discendenti della dinastia vetraria Venini, fondata a Murano nel 1921 dal nonno Paolo Venini. Laura e Alessandro hanno imparato a conoscere il vetro sin dai primi anni della loro carriera grazie ai lunghi periodi trascorsi in fornace. Hanno entrambi sviluppato una propria poetica distintiva e autonoma che rompe con i canonici schemi della tecnica vetraria tradizionale.

Nonostante utilizzino il medesimo materiale, il linguaggio stilistico e tecnico di Laura e Alessandro sono radicalmente diversi, anche se la sperimentazione e l’innovazione guidano il lavoro di entrambi. Laura de Santillana comprime e sgonfia la classica forma naturale che è prodotta dal soffio del maestro nella canna e ottiene così grandi lastre simili a buste sigillate per sempre. Per l’artista sono dei “libri di vetro” che racchiudono un misterioso sapere. All’interno degli spazi della mostra, una Cappella risalente al XVIII secolo recentemente restaurata, Laura allestisce una biblioteca che racchiude le sue forme di vetro compresso e un’installazione sull’altare. La presenza del colore è essenziale nel lavoro di Laura, che realizza sculture dai colori neutri che affianca a grandi opere dai colori vivi; ad esempio vetro giallo uranio, realizzato in Repubblica Ceca.

È inoltre presente in mostra l’opera Blue Notebooks che si ispira ai Blue Octavo Notebooks che Franz Kafka scrisse tra il 1917 e il 1919. Attraversati dalla luce, questi libri in vetro appaiono brillare nel buio, e il loro colore vira, man mano che lo sguardo si avvicina, dal blu profondo fino al verde: al loro interno polveri e pigmenti creano ombre e tessiture. Passione e ispirazione di Alessandro è l’acqua, che si traduce nel trattamento assai particolare della superfice dei lavori, molti dei quali hanno un forte carattere pittorico. In mostra sono presenti sia opere a parete che a terra, caratterizzate da una patina riflettente di colore scuro o chiaro, che ricordano all’osservatore l’esperienza dello specchiarsi in una pozza d’acqua. Per la realizzazione di queste opere, Alessandro rielabora l’antica tecnica utilizzata per la produzione del vetro piano da finestra: a un grande cilindro soffiato, una volta raffreddato, vengono asportati gli estremi e viene praticato un taglio lungo l’altezza; il cilindro viene poi posto in un forno, dove viene nuovamente riscaldato, per poi aprirsi in lastra. Alessandro interviene “a caldo” sulle lastre in modo da ottenere forme libere e fluide, alle quali successivamente applica la patina. Il risultato è un lavoro difficile da descrivere, dove immagini astratte e riflessi si sovrappongono in un gioco dinamico e sempre cangiante.

Come afferma Peter Murray, Direttore dello Yorkshire Sculpture Park: “Alessandro Diaz de Santillana e Laura de Santillana sono due fratelli che lavorano con il vetro da decenni, realizzando straordinarie opere d’arte. Pur avendo coltivato esperienze artistiche comuni, i due artisti utilizzano linguaggi diversi e ciascuno con le proprie peculiarità visive. Ciò che condividono è una comune passione per il vetro: tradizione, artigianalità e le infinite possibilità di creare opere d’arte grazie alle meravigliose e imprevedibili qualità di questo straordinario materiale”. La mostra è organizzata in collaborazione con LE STANZE DEL VETRO, progetto di Fondazione Giorgio Cini onlus e Pentagram Siftung.

 

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Precedentemente esposta anche a:

I Santillana
Museo delle Arti Applicate/Arte Contemporanea di Vienna (MAK)
19 novembre 2014 — 29 marzo 2015

 

I Santillana. Opere di Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana
LE STANZE DEL VETRO
6 aprile — 3 agosto 2014

  • Laura de Santillana, Senza titolo, 2015 © gli artisti e YSP. Foto © Jonty Wilde
  • Laura de Santillana, Alabaster d, 2013, vetro soffiato sagomato e compresso e base in metallo, Liquid Black (Purple), 2011, vetro soffiato sagomato e compresso e base in metallo © gli artisti e YSP. Foto © Jonty Wilde
  • Alessandro Diaz de Santillana, HS–YSP, 2011–15 (dettaglio), © gli artisti e YSP. Foto © Jonty Wilde
  • Vista dell’allestimento, Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana allo YSP 2015 © gli artisti e YSP. Foto © Jonty Wilde
  • Alessandro Diaz de Santillana, HSYSP, 2015, N34, 2014 e A5, 2015 © gli artisti e YSP. Foto © Alessandro Diaz de Santillana
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I Santillana

Su invito del MAK19 Novembre 2014 — 29 marzo 2015

In dialogo aperto con la Collezione Permanente Vienna 1900 del Museo delle Arti Applicate/Arte Contemporanea di Vienna (MAK), LE STANZE DEL VETRO e Fondazione Giorgio Cini presentano per la prima volta a Vienna le affascinanti opere in vetro firmate dai fratelli Santillana.

Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana hanno scelto il vetro come mezzo espressivo delle loro poetiche, e il loro lavoro si inserisce nel più ampio panorama delle arti contemporanee. La mostra “I Santillana”, presentata da LE STANZE DEL VETRO e Fondazione Giorgio Cini, Venezia, è un riadattamento della mostra “I Santillana — Opere di Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana”, concepita da Martin Bethenod e allestita a LE STANZE DEL VETRO (6 aprile — 3 agosto 2014). Grazie alla collaborazione del MAK, i lavori dei fratelli Santillana sono presentati per la prima volta in Austria e al pubblico internazionale in visita al Museo.

Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana impersonano la sintesi ideale tra una perfetta conoscenza dell’arte, un uso sapiente della materia e una libera ricerca della forma. Nipoti di Paolo Venini, fondatore nel 1921 della vetreria Venini sull’isola di Murano, i due fratelli crescono in una delle più importanti famiglie vetraie veneziane. Entrambi lavorano come designer nell’azienda di famiglia gestita dal 1959 dal padre Ludovico Diaz de Santillana. In seguito alla vendita della Venini, assieme al padre fondano la compagnia EOS nel 1986.

Nel 1993 decidono di abbandonare la creazione di oggetti d’uso per dedicarsi esclusivamente alla pratica artistica. I fratelli Santillana, infatti, guardano al vetro come a un materiale che, come altri, è funzionale alla ricerca di una forma artistica autonoma. Entrambi hanno in maniera diversa sviluppato il loro lavoro e il loro linguaggio, frutto di una sperimentazione continua anche durante lunghi periodi di soggiorno in importanti centri di arte vetraria, a Venezia e negli Stati Uniti e più di recente anche nella Repubblica Ceca e in Francia. I fratelli Santillana sono rappresentati da diverse gallerie e i loro lavori sono stati presentati in mostre collettive e individuali come ad esempio alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia e si trovano nelle collezioni dei più importanti musei nel mondo.

Sculture autonome e forme antropomorfe dominano il lavoro presentato da Laura de Santillana al MAK. Un grande tavolo in ferro ospita la serie astratta delle teste di Buddha; una libreria bianca contiene 40 “libri” di vetro, una sinopsi di lavori che l’artista ha creato negli ultimi 15 anni seguendo lo stesso procedimento ma impiegando colori e tecniche diversi. In mostra sono esposti anche i grandi volumi appiattiti di Laura che si contraddistinguono per la loro forte fisicità formale che nasce dalla compressione dello spazio interno delle stele. I quadri di Alessandro Diaz de Santillana in mostra al MAK richiamano la storia delle finestre in vetro soffiato e l’effetto di antichi specchi “ciechi”. Quadri di vetro nero specchiato restituiscono il soggetto in diverse sfumature di nero e grigio, comunicando l’impressione di partecipare a un dialogo di più ampio respiro. Sperimentando con il materiale e le sue tecniche di lavorazione, l’artista ha la possibilità di testarne i limiti: forme indefinite emergono dal vetro specchiato richiamando le zone chiare e scure della pellicola fotografica e l’effetto magico delle immagini che appaiono sulla carta nel momento in cui essa viene immersa nel liquido di sviluppo all’interno della camera oscura.

I quadri di Alessandro appesi alle pareti dialogano con le sculture di Laura. Inoltre, un video in mostra offre ai visitatori la possibilità di vedere e capire come il maestro vetraio e i suoi assistenti operano all’interno di una fornace, facilitando la conoscenza del processo creativo e spiegando come i due artisti tentino costantemente di estendere i confini del materiale e del proprio mestiere nel nome dell’espressione artistica.

Non è un caso che la mostra “I Santillana” venga esposta nella Collezione Permanente di Arte Contemporanea del MAK nelle immediate vicinanze della Collezione Permanente Vienna 1900. In dialogo con gli oggetti presenti nella sezione Vienna 1900 i lavori di Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana acquistano un significato inedito. Non si riesce a non pensare, involontariamente, alla grande importanza dei modelli del modernismo viennese e in particolare all’influenza che Josef Hoffmann ebbe sul lavoro di Carlo Scarpa. Tra il 1932 e il 1947 Scarpa disegnò opere in vetro per Paolo Venini. L’evoluzione creativa dei Santillana ha molto in comune con il processo che portò al “design artistico” degli oggetti d’uso progettati nella Vienna degli inizi del 1900. In quegli anni artisti e architetti trasformavano oggetti di design in forme radicalmente moderne. Nel caso delle opere in vetro prodotte da Koloman Moser e Josef Hoffmann, solo per citare alcuni esempi, l’aspetto artistico prevaleva sull’utilità dell’oggetto. Come spiega Rainald Franz, curatore sia della Collezione di Vetro e Ceramica che della mostra I Santillana al MAK, “da questo punto di vista il lavoro dei fratelli Santillana richiama le posizioni del modernismo Viennese”.

Il lavoro di Fondazione Cini e Pentagram Stiftung per la conservazione e digitalizzazione degli archivi del vetro veneziano congiuntamente alle mostre organizzate da LE STANZE DEL VETRO a Venezia, trova la loro controparte nell’esplorazione dell’eredità di Wiener Werkstätte al MAK. Le fotografie della mostra e le biografie di Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana possono essere scaricate all’indirizzo: mak.at/presse. L’apertura della mostra avverrà in concomitanza con Vienna Art Week 2014.

 

Precedentemente esposta anche a:

I Santillana. Opere di Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana
LE STANZE DEL VETRO
6 aprile — 3 agosto 2014

  • Vista dell’allestimento, 2014-2015. MAK Permanent Collection Contemporary Art. MAK – Austrian Museum of Applied Arts / Contemporary Art © gli artisti. Foto © Alessandro Diaz de Santillana
  • Vista dell’allestimento, 2014-2015. MAK Permanent Collection Contemporary Art. MAK – Austrian Museum of Applied Arts / Contemporary Art © gli artisti. Foto © Alessandro Diaz de Santillana
  • Vista dell’allestimento, 2014-2015. MAK Permanent Collection Contemporary Art. MAK – Austrian Museum of Applied Arts / Contemporary Art © gli artisti. Foto © Alessandro Diaz de Santillana
  • Vista dell’allestimento, 2014-2015. MAK Permanent Collection Contemporary Art. MAK – Austrian Museum of Applied Arts / Contemporary Art © gli artisti. Foto © Alessandro Diaz de Santillana
  • Vista dell’allestimento, 2014-2015. MAK Permanent Collection Contemporary Art. MAK – Austrian Museum of Applied Arts / Contemporary Art © gli artisti. Foto © Alessandro Diaz de Santillana
  • Vista dell’allestimento, 2014-2015. MAK Permanent Collection Contemporary Art. MAK – Austrian Museum of Applied Arts / Contemporary Art © gli artisti. Foto © Alessandro Diaz de Santillana
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Tomaso Buzzi alla Venini

A cura di Marino Barovier14 Settembre 2014 — 11 Gennaio 2015

La mostra ripercorre la breve ma intensa collaborazione di Tomaso Buzzi con la vetreria Venini, documentandola attraverso la selezione di 200 opere che celebrano il gusto italiano degli anni Trenta, disegni originali e progetti inediti dall’archivio Buzzi.

Tra il 1932 e il 1933 l’architetto milanese Tomaso Buzzi instaura una fruttuosa collaborazione con la vetreria Venini, che prosegue episodicamente anche durante gli anni successivi. L’originale apporto creativo dell’architetto è evidente sia nelle forme dei vetri sia nella loro significativa tecnica di realizzazione. Quando nel 1932 arriva a Murano alla Venini, Buzzi porta il suo notevole bagaglio culturale e la sua profonda conoscenza dell’arte antica, in particolare di quella etrusca, nella quale Buzzi cerca motivi di ispirazione, con la volontà di creare manufatti nuovi e originali.

Ciò avviene soprattutto attraverso la sperimentazione di un nuovo tessuto vitreo, il vetro incamiciato a più strati di colore e applicazioni di foglia d’oro. Questa tecnica trasforma radicalmente l’aspetto dei vetri prodotti fino ad allora dalla Venini, contribuendo all’esigenza di rinnovamento dell’azienda muranese e affermandone la sua vocazione alla produzione di vetri eleganti e raffinati. La mostra “Tomaso Buzzi alla Venini”, a cura di Marino Barovier, ripercorre questa breve ma significativa collaborazione, documentata attraverso le opere selezionate (circa duecento), i disegni originali dell’archivio Venini e i progetti inediti conservati nell’archivio dell’architetto alla Scarzuola a Montegabbione (Terni).

In occasione della mostra è stato pubblicato il catalogo ragionato dei vetri di Tomaso Buzzi per Venini, edito da Skira per LE STANZE DEL VETRO e curato da Marino Barovier con Carla Sonego. Inoltre, anche in occasione di questa terza mostra dedicata alla Venini, il regista Gian Luigi Calderone ha realizzato un film documentario, dal titolo Tomaso Buzzi. Le memorie dell’Angelo Custode, che racconta la figura dell’architetto milanese attraverso gli appunti inediti per un’autobiografia raccontata dal suo “Angelo Custode”.

 

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  • Tomaso Buzzi. Vaso a due bocche in vetro alba a più strati di colore con applicazione di foglia d’oro. 1932-33
  • Tomaso Buzzi. Grandi vasi in vetro incamiciato a più strati di colore e applicazione di foglia d’oro con collo allungato e bocca espansa. 1932-33
  • Tomaso Buzzi. Coppa delle mani in vetro laguna a più strati di colore con applicazione di foglia d’oro. 1932-33
  • Tomaso Buzzi. Vasi in vetro alga e alba a più strati di colore e applicazione di foglia d’oro con collo a tronco di cono rovesciato. Coppa in vetro laguna a più strati di colore con applicazione di foglia d’oro. Piede ad anello, con filamento vitreo avvolto, e prese laterali in vetro avorio e oro. 1932-33
  • Tomaso Buzzi, Incamiciati, vista dell’allestimento. Foto: Enrico Fiorese. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO
  • Tomaso Buzzi, Incamiciati, vista dell’allestimento. Foto: Enrico Fiorese. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO
  • Tomaso Buzzi. Coppe in vetro incamiciato a più strati di colore e applicazione di foglia d’oro. 1932-33
  • Tomaso Buzzi. Vaso ovoidale in vetro incamiciato turchese con piccolo piede svasato e bocca in vetro nero. Alzata in vetro incamiciato turchese con piede troncoconico in vetro nero. 1932
  • Tomaso Buzzi. Boccia dei cavallini marini in vetro alga con applicazione di foglia d’oro. Vaso in vetro alba a più strati di colore con applicazione di foglia d’oro. 1932-33
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I Santillana

Opere di Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana6 Aprile 2014 — 3 Agosto 2014

La mostra “I Santillana — Opere di Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana” sperimenta rispetto alle mostre precedenti, un nuovo modello narrativo: quello del dialogo e del confronto tra le diverse poetiche di due artisti. La novità, in questo caso specifico, è che gli artisti in questione sono anche fratello e sorella.

La mostra “I Santillana” esplora il duplice universo dei fratelli Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana, discendenti di una mitica dinastia vetraria, formati nel solco del padre, Ludovico Diaz de Santillana, e del nonno, Paolo Venini. L’esposizione raccoglie circa 170 lavori, tra sculture, opere e oggetti in vetro, selezionati nell’arco di più di due anni di incontri e conversazioni tra Martin Bethenod e i fratelli Santillana. Le opere in mostra indagano singolarmente il linguaggio, diverso ma intrecciato, dei due artisti, entrambi legati a un percorso artistico autonomo ma con una storia familiare e biografica comune. L’esposizione si sviluppa attorno a un asse centrale che segna un itinerario nella memoria condivisa degli artisti. Per l’occasione, infatti, lo spazio espositivo de LE STANZE DEL VETRO è stato riadattato e allestito con l’obiettivo di creare un confronto e un dialogo continuo tra le opere dei due artisti.

Il corridoio centrale funge da momento di incontro tra l’universo di Laura de Santillana e quello di Alessandro Diaz de Santillana, creando un gioco di corrispondenze e rimandi ma anche di punti di contrasto, mai obbligati e forzati, ma al contrario esplicativi delle similitudini formali, delle peculiarità e delle differenze artistiche tra le opere e i processi creativi di Laura e Alessandro. Suddivisa nelle otto sale, o stanze, che compongono LE STANZE DEL VETRO, la mostra “I Santillana” raccoglie sculture e opere in vetro realizzate dai due artisti a partire dagli anni Ottanta a oggi, insieme a un corpus di nuovi lavori appositamente pensati e realizzati per questa esposizione.

 

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  • Laura de Santillana. 1999-2011 © l’artista. Foto © Fabio Zonta
  • Laura de Santillana. Tavolo e teste, 2009-2013 © l’artista. Foto © Fabio Zonta. Alessandro Diaz de Santillana. A parete. Dittico, 2013. N7 (a destra). R2 (a sinistra) © l’artista. Foto © Fabio Zonta
  • Alessandro Diaz de Santillana (da sinistra a destra). HGS7, 2011. HGS 6, 2011. HGS1, 2011. HGS 3, 2011. HG 1, 2011. HGS 2, 2011. HGS 5, 2011. Untitled, 1996 © l’artista. Foto © Fabio Zonta
  • Alessandro Diaz de Santillana (da sinistra a destra). S5, 2013. S4, 2013. S6, 2014. S3, 2013. S2, 2013. S1, 2013 © l’artista. Foto © Fabio Zonta
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Venetian Glass by Carlo Scarpa

The Venini Company, 1932-19475 Novembre 2013 — 2 Marzo 2014

Dopo il grande successo di pubblico e critica la mostra “Carlo Scarpa. Venini 1932 — 1947” a cura di Marino Barovier si trasferisce al Metropolitan Museum of Art di New York, con il nuovo titolo “Venetian Glass by Carlo Scarpa: The Venini Company, 1932 — 1947”.

“Venetian Glass by Carlo Scarpa: The Venini Company, 1932 — 1947” è la prima mostra mai organizzata al Metropolitan Museum of Art di New York dedicata esclusivamente al vetro. È organizzata da Nicholas Cullinan, curatore del dipartimento di arte moderna e contemporanea, con l’assistenza di Mary Clare McKinley. Mantenendo la logica espositiva dell’originale, “Venetian Glass by Carlo Scarpa: The Venini Company, 1932 — 1947” al Metropolitan Museum of Art, è allestita cronologicamente rispettando la suddivisione in tipologie differenziate per tecnica di esecuzione e per tessuto vitreo (dai vetri “sommersi” alle “murrine romane”, dai “corrosi” ai vetri “a pennellate”).

Il percorso espositivo parte dal 1932, anno in cui Carlo Scarpa inizia la sua attività alla Venini, di cui diverrà poi direttore artistico, e si conclude nel 1947, anno in cui Scarpa deciderà di dedicarsi alla sua primaria passione: l’architettura. La mostra ripercorre quindici anni di storia della famosa vetreria muranese, per la quale Carlo Scarpa progettò un numero considerevole di opere, contribuendo all’invenzione di alcune nuove tecniche e tipologie vetrarie ancora oggi utilizzate dalla vetreria Venini.

Le sperimentazioni portate avanti da Scarpa in questo periodo comprendono la ricerca sul colore, la luce e i materiali combinata a quella sulla forma e le tecniche segrete dei maestri muranesi, un approccio che rivoluzionò il modo di progettare della Venini e che rese la vetreria muranese famosa in tutto il mondo.

Per l’allestimento della mostra “Venetian Glass by Carlo Scarpa: The Venini Company, 1932 — 1947” il Metropolitan Museum of Art di New York si è avvalso della preziosa collaborazione di maestranze veneziane: in particolare Augusto Capovilla e la società Ott Art di Maurizio Torcellan e Giacomo Andrea-Doria. La falegnameria Capovilla, fondata da Augusto Capovilla nel 1890, ha seguito in passato Carlo Scarpa negli interventi più importanti realizzati a Venezia, tra cui quelli effettuati al Museo Correr, alle Gallerie dell’Accademia, alla Biennale di Venezia e alla Fondazione Querini Stampalia. La società Ott Art di Venezia continua con il Metropolitan Museum of Art la collaborazione avviata con LE STANZE DEL VETRO, per la quale si occupa dell’allestimento, trasporto e assicurazione opere e della gestione di tutti gli aspetti tecnico-allestitivi. Così come per la mostra allestita lo scorso agosto a LE STANZE DEL VETRO a Venezia, anche in questa occasione il Metropolitan Museum of Art ha deciso di collaborare con queste realtà veneziane al fine di garantire una continuità ideale con il mondo e il modello creativo di Carlo Scarpa e soprattutto di Venezia.

 

Precedentemente esposta anche a:

Carlo Scarpa. Venini 1932 — 1947
LE STANZE DEL VETRO
29 agosto 2012 – 6 gennaio 2013

  • Carlo Scarpa, Incisi, vista dell’allestimento. The Metropolitan Museum of Art, New York
  • Carlo Scarpa, A bollicine, vista dell’allestimento. The Metropolitan Museum of Art, New York
  • Carlo Scarpa, A bollicine, vista dell’allestimento. The Metropolitan Museum of Art, New York
  • Carlo Scarpa, Incamiciati “Cinesi”, vista dell’allestimento. The Metropolitan Museum of Art, New York
  • Ingresso alla mostra, 2013-2014. Courtesy The Metropolitan Museum of Art, New York
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Napoleone Martinuzzi. Venini 1925 — 1931

A cura di Marino Barovier8 Settembre 2013 — 6 Gennaio 2014

La mostra è la seconda del ciclo espositivo dedicato alla storia della vetreria Venini e, con oltre duecento opere in esposizione, rappresenta quanto di più significativo la vetreria muranese realizzò grazie all’inventiva dello scultore Napoleone Martinuzzi.

L’8 settembre 2013 apre al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia la mostra “Napoleone Martinuzzi. Venini 1925 — 1931” a cura di Marino Barovier. La mostra è la seconda del ciclo espositivo dedicato alla storia della vetreria Venini. Come per la mostra “Carlo Scarpa. Venini 1932 — 1947”, inaugurata a San Giorgio nell’agosto 2012 e poi ospitata al Metropolitan Museum of Contemporary Art di New York (5 novembre 2013 — 2 marzo 2014), l’esposizione dedicata a Napoleone Martinuzzi è resa possibile grazie all’accurata ricerca documentaria, intrapresa da Marino Barovier, coadiuvato da un gruppo di studiosi, sulla storia della vetreria muranese e dei grandi progettisti che l’hanno resa celebre nel mondo.

Lo studio e la verifica incrociata delle diverse fonti documentarie (foto, cataloghi, disegni di fornace) e il confronto di queste con gli oggetti reali, messi a disposizione da musei, istituzioni pubbliche e private, collezionisti italiani e stranieri, hanno consentito di realizzare una rassegna completa dei vetri progettati da Napoleone Martinuzzi tra il 1925 e il 1931, periodo in cui fu direttore artistico della Venini. Nel periodo in cui Martinuzzi collaborò con Paolo Venini realizzò splendidi oggetti, ispirati alla classicità della forma ma innovativi per le tecniche vetrarie e l’utilizzo delle paste vitree.

La mostra “Napoleone Martinuzzi. Venini 1925 — 1931” ripercorre cronologicamente tutta la sua produzione: dagli eleganti soffiati trasparenti, alle opere dalla inedita tessitura opaca, dalle sperimentazioni con il vetro pulegoso e a fitte bollicine a quelle con il vetro opaco dalle intense e compatte colorazioni. Le opere in mostra sono circa duecento, rappresentative di quanto di più significativo la vetreria realizzò grazie all’inventiva dello scultore muranese. Molte di queste opere furono presentate alle Biennali di Venezia dal 1926 al 1930, e alle grandi manifestazioni di arti decorative, in particolare la Biennale e la Triennale di Monza. Il 1930 fu un anno importante nella storia della Venini: grazie all’ingegno di Martinuzzi, la produzione si distinse per la particolare ricchezza di opere proposte in occasione di queste grandi esposizioni. Furono presentati i classici vetri trasparenti, insieme a una collezione di vetri pulegosi dal sapore arcaico; i singolari acquari insieme ai coloratissimi vasi velati; le piante grasse insieme a un variopinto bestiario.

L’esposizione dedica inoltre attenzione al legame che Martinuzzi ebbe con il poeta Gabriele D’Annunzio, il quale commissionò all’artista muranese non solo lavori scultorei ma anche diverse opere vetrarie. Per restituire questo particolare legame e il progetto artistico condiviso da queste due personalità, in mostra è stata riproposta una sala del Vittoriale, allestita dallo scenografo Pierluigi Pizzi, con alcuni degli esemplari più importanti che Martinuzzi disegnò per il poeta. Ne sono un esempio la zucca luminosa in vetro incamiciato, che Martinuzzi realizzò su specifica richiesta di D’Annunzio per la sua residenza, il vaso con grandi anse costolate e il canestro con frutta, la coppa in vetro trasparente azzurro e l’elefante in pasta vitrea rossa. Ognuno di questi oggetti è un pezzo unico.

 

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  • Vasi in vetro velato rosso, pulegoso verde e trasparente blu e pianta grassa in vetro pulegoso blu Napoleone Martinuzzi per V.S.M. Venini & C, 1930 ca
  • Napoleone Martinuzzi, Illuminazione, Animali, vista dell’allestimento. Foto: Ettore Bellini. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO
  • Acquario in vetro trasparente fumé contenente un ramo fiorito in vetro opaco, Napoleone Martinuzzi per V.S.M. Venini & C, 1930 ca.
  • Acquario in vetro trasparente fumé contenente un ramo fiorito in vetro opaco, Napoleone Martinuzzi per V.S.M. Venini & C, 1930 ca.
  • Napoleone Martinuzzi, Pulegosi, vista dell’allestimento. Foto: Ettore Bellini. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO
  • Vasi in vetro velato ed in vetro mescolato Oppure Vasi in vetro opaco, Napoleone Martinuzzi per V.S.M. Venini & C., 1930 ca
  • Piante grasse in vetro pulegoso verde ed in vetro velato blu, Napoleone Martinuzzi per V.S.M. Venini & C, 1929-1930
  • Vaso e coppe in vetro pulegoso verde e in vetro pulegoso cristallo, Napoleone Martinuzzi per V.S.M. Venini & C 1928-1930
  • Lucertola in pasta vitrea rossa e Uccello su ramo in pasta vitrea verde, Napoleone Martinuzzi per V.S.M.Venini & C, 1930 ca.
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Fragile?

A cura di Mario Codognato8 Aprile 2013 — 28 Luglio 2013

La mostra raccoglie le opere di alcuni tra più interessanti artisti del nostro tempo, che hanno utilizzato il vetro con intenti e risultati tra i più diversi e contrastanti: Marcel Duchamp, Joseph Beuys, Gilbert & George, Ai Weiwei, Rachel Whiteread, Carsten Nicolai e molti altri.

L’8 aprile 2013 apre al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia la mostra “Fragile?” a cura di Mario Codognato. L’esposizione presenta 28 opere di artisti internazionali, tra i più interessanti del nostro tempo che hanno utilizzato anche il vetro come medium della loro poetica. Nel particolare contesto della produzione vetraria veneziana e della tradizione artigianale che la caratterizza, la mostra “Fragile?” prende in considerazione un altro aspetto, altrettanto rilevante, dell’utilizzo del vetro nelle arti visive del secolo scorso e di quello appena iniziato: l’impiego del vetro come oggetto trovato, come materiale dalle particolari qualità metaforiche e linguistiche.

Anziché la precisione o l’originalità del disegno del manufatto, entrano in gioco il potenziale simbolico della trasparenza, della fragilità e della resistenza, dell’imprecisione e della levigatezza, nella costruzione di una situazione che attinge volontariamente dall’esperienza della realtà quotidiana e del linguaggio artistico contemporaneo. “Nel ventesimo secolo con le sperimentazioni delle avanguardie storiche, le arti visive cessano di essere solamente una mimesi della realtà attraverso la pittura e la scultura — afferma il curatore Mario Codognato — tramite l’utilizzo diretto di oggetti e materiali estrapolati direttamente dalla realtà e dalla produzione industriale, costruiscono e concettualizzano una nuova dimensione metaforica e al contempo tautologicamente concreta. Il vetro, grazie anche al suo impiego sempre più preponderante in architettura, con il suo duplice ruolo di elemento trasparente e di barriera, viene a costituire un nuovo strumento linguistico nella costruzione di immagini”.

La mostra “Fragile?” mette insieme le opere di alcuni tra i più interessanti artisti del nostro tempo, che hanno utilizzato il vetro con intenti e risultati tra i più diversi e contrastanti: dal provocatorio gesto di Marcel Duchamp di rinchiudere in un’ampolla trasparente l’aria di Parigi alla tragica liricità dei frammenti di vetro dell’opera di Joseph Beuys dedicata alla ferocia del terremoto, dalla trasformazione degli oggetti industriali in individualità poetiche nei lavori storici di Luciano Fabro all’ironica deflagrazione dei vetri delle automobili nel video di Pipilotti Rist.

“Fragile?” espone opere di: Marcel Duchamp, Joseph Beuys, Mario Merz, Gerhard Richter, Giovanni Anselmo, Jannis Kounellis, Luciano Fabro, Barry le Va, Michael Craig-Martin, Keith Sonnier, Lawrence Weiner, David Hammons, Gilbert & George, Joseph Kosuth, Giuseppe Penone, Mona Hatoum, David Batchelor, Ai Weiwei, Pipilotti Rist, Rachel Whiteread, Carsten Nicolai, Damien Hirst, Monica Bonvicini, Ceal Floyer, Cyril de Commarque, Matias Feldbakken, Walead Beshty, Claire Fontaine.

 

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  • Vista dell’allestimento, Cyril de Commarque (sinistra), Mona Hatoum (destra). Foto: Matteo De Fina. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO
  • Vista dell’allestimento, Marcel Duchamp (sinistra), Ai Weiwei (destra). Foto: Matteo De Fina. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO
  • Vista dell’allestimento, Pipilotti Rist. Foto: Matteo De Fina. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO
  • Vista dell’allestimento, David Hammons. Foto: Matteo De Fina. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO
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Carlo Scarpa. Venini 1932 — 1947

A cura di Marino Barovier29 Agosto 2012 — 6 Gennaio 2013

La mostra ricostruisce il percorso creativo di Carlo Scarpa negli anni in cui operò come direttore artistico per la vetreria Venini (dal 1932 al 1947) e si articola attorno a una selezione di più di trecento opere, alcune delle quali esposte per la prima volta e provenienti da collezioni private e musei di tutto il mondo.

Le opere raccolte nella mostra “Carlo Scarpa. Venini 1932 — 1947” sono suddivise in una trentina di tipologie che si differenziano per tecnica di esecuzione e per tessuto vitreo. Il materiale esposto comprende anche prototipi e pezzi unici, disegni e bozzetti originali, insieme a foto storiche e documenti d’archivio.

La mostra offre un’occasione di riflessione sul significato e l’importanza dell’esperienza del design nell’opera di Carlo Scarpa, che al periodo muranese deve la sua vocazione sperimentale e artigiana, e propone un interessante confronto tra l’attività di Scarpa-designer e quella di Scarpa-architetto. Nel 1932 Carlo Scarpa inizia la sua collaborazione con la vetreria Venini, per la quale fino al 1947 progetta degli straordinari vetri. Il suo lavoro si caratterizza per la continua ricerca sulla materia, sull’uso del colore e delle tecniche che ha saputo interpretare in modo personale, sia rivisitando le antiche tradizioni che ideando, insieme ai maestri vetrai, nuove procedure di lavorazione.

Ai primi anni risalgono i vetri “a bollicine”, i vetri a “mezza filigrana”, i vetri “sommersi”, presentati per la prima volta in occasione della Biennale di Venezia del 1934. Due anni più tardi, alla stessa manifestazione e alla VI Triennale vengono esposti gli eleganti “lattimi”, le “murrine” romane, nate dalla collaborazione con Paolo Venini, e i vetri “corrosi” dalla caratteristica superficie scabra. Alla Biennale di Venezia del 1938 Scarpa diversifica la produzione e propone sia vasi che oggetti d’uso. Venini espone i vetri a “puntini”, quelli a “fasce” e i “rigati”, che anticipano la coloratissima serie dei vetri “tessuto” esposti alla successiva Biennale.

Il 1940 è un anno molto importante per la vetreria muranese che, alle mostre di Milano e Venezia, offre un’ampia rassegna di vetri ideati dall’architetto, tra i quali i “laccati neri e rossi”, i “granulari” e gli “incisi”, prodotti in serie limitata, sia per la difficoltà di esecuzione che per gli alti costi di produzione. Altre tipologie come i “cinesi”, le cui forme si ispirano alle porcellane orientali, i “battuti” o gli stessi “tessuti”, ottengono invece grande fortuna commerciale. Il 1942 è l’ultima Biennale alla quale Carlo Scarpa partecipa come progettista di vetri. Dal dopoguerra, conclusa l’esperienza alla Venini, si dedica unicamente all’architettura.

 

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  • Carlo Scarpa, Murrine romane, vista dell’allestimento. Foto: Ettore Bellini. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO
  • Carlo Scarpa, A puntini e A strisce, vista dell’allestimento. Foto: Ettore Bellini. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO
  • Carlo Scarpa, A bollicine, vista dell’allestimento. Foto: Ettore Bellini. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO
  • Carlo Scarpa, Rigati e Tessuti, vista dell’allestimento. Foto: Ettore Bellini. Courtesy: LE STANZE DEL VETRO
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