1912-1930 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia

La nuova mostra 1912-1930 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia, a cura di Marino Barovier, sarà aperta al pubblico a LE STANZE DEL VETRO fino al 24 novembre 2024.

La mostra è dedicata alla presenza del vetro muranese alla prestigiosa manifestazione veneziana prendendo in esame l’arco cronologico tra il 1912 e il 1930 (ovvero dalla X alla XVII edizione della Biennale) attraverso un’accurata selezione di 135 opere, molte delle quali di grande rarità provenienti da importanti istituzioni museali e collezioni private.

Si tratta di un periodo in cui il vetro muranese trova progressivamente spazio all’interno dell’esposizione, prima attraverso gli artisti che hanno scelto di impiegare questo straordinario materiale per le loro opere, poi grazie all’apertura della Biennale alle arti decorative, che fino al 1930 sono state accolte nei vari ambienti del Palazzo dell’Esposizione insieme alle arti cosiddette maggiori. Solo dal 1932, con la costruzione di un nuovo padiglione, il vetro e le arti decorative in genere hanno trovato una sede dedicata all’interno dei Giardini.

1912-1930 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia è accompagnata da un catalogo, a cura di Marino Barovier e Carla Sonego, frutto di un’accurata ricerca bibliografica e di una approfondita indagine documentaria nell’Archivio Storico della Biennale.

Vai al catalogo

Vetro boemo: i grandi maestri

L’esposizione Vetro boemo: i grandi maestri, curata da Caterina Tognon e Sylva Petrová e realizzata in collaborazione con il Museo di Arti Decorative di Praga, è dedicata al vetro boemo dopo la seconda guerra mondiale e presenta il lavoro di sei grandi maestri della scultura contemporanea in vetro: Václav Cigler, Vladimír Kopecký, Stanislav Libenský e Jaroslava Brychtová, René Roubíček, Miluše Roubíčková.

In Boemia, una delle regioni dell’odierna Repubblica Ceca, a partire dal XII secolo fecero la loro comparsa dei grandi innovatori che ampliarono il panorama dell’arte vetraria europea. Nel corso della storia i maestri vetrai boemi furono costantemente spinti all’innovazione poiché incalzati dall’agguerrita concorrenza di altre regioni europee, tedesche e soprattutto italiane, la cui eccellente produzione dominava i mercati mondiali nel settore del vetro decorativo.

Questa storica competizione ebbe fine nel 1948, quando nella Cecoslovacchia di allora trionfò il regime comunista, che fino al 1989 chiuse totalmente i confini nazionali a ogni forma libera di commercio, circolazione e comunicazione con gli stati occidentali. La cosa riguardò naturalmente anche la scena vetraria, che venne sottoposta a forti limitazioni. Ciononostante il regime comunista esponeva con orgoglio le creazioni in vetro degli artisti cechi alle grandi esposizioni internazionali.

La mostra presenta il lavoro di grandi personalità artistiche che, nate nelle terre ceche nei primi decenni del XX secolo, hanno visto le proprie vite scorrere di pari passo con le turbolente trasformazioni della società cecoslovacca e che nel proprio percorso di vita sperimentano il più grande conflitto europeo, poi un breve periodo democratico di soli tre anni, che si trasforma nel 1948 nel regime totalitario comunista; infine, dopo il 1989, il ritorno di una democrazia in linea con gli standard europei. È ammirevole come le innumerevoli restrizioni e libertà negate a questi artisti non siano state in grado di arrestarne la creatività né, in senso più ampio, di immobilizzare la positiva evoluzione dell’intera scena artistica cecoslovacca. In particolare, questi grandi maestri sono stati i pionieri della giovane disciplina del “vetro d’artista”: le loro creazioni, arricchite delle caratteristiche specifiche del vetro, nascono come esemplari unici e non come oggetti d’uso, proprio come è sempre stato in pittura e scultura.

La mostra si completa con diciannove fotografie di Josef Sudek (Kolín 1896–1976 Praga) della serie Glass Labyrinths, scattate in occasione della mostra Vetro Boemo Contemporaneo, organizzata a Praga nel 1970 per il V congresso dell’AIHV - Association Internationale pour l'Histoire du Verre -.

Vai al catalogo

Venini: Luce 1921 – 1985

La mostra autunnale “Venini: Luce 1921-1985”, curata da Marino Barovier, intende approfondire l’attività della vetreria Venini nel campo dell’illuminazione, dalla piccola alla grande scala, tracciando un excursus attraverso gli interventi più significativi.

Un ambito rilevante della produzione vetraria muranese è infatti rappresentato dall’illuminazione sia per uso domestico che per grandi ambienti pubblici e privati, dai palazzi ministeriali agli uffici postali, dai teatri agli alberghi.

In particolare, la vetreria Venini si è distinta con risultati significativi anche in questo settore grazie alla sua capacità di costante aggiornamento e alla sua apertura verso il mondo del progetto, aspetti questi che l’hanno fatta diventare un punto di riferimento per i più importanti architetti sia del panorama nazionale che internazionale.

In mostra viene presentata così un’accurata selezione di oggetti progettati dai vari designer che collaborarono con la fornace o dall’ufficio tecnico della stessa vetreria illustrando come il tema della luce sia stato affrontato nei vari decenni, in un arco cronologico che va dal 1921 al 1985.

Date di apertura: 18 settembre 2022 - 8 gennaio 2023
Grandi installazioni aperte al pubblico fino al 9 luglio 2023.

Vai al catalogo

FontanaArte. Vivere nel vetro

FontanaArte. Vivere nel vetro è la mostra primaverile, a cura di Christian Larsen, che offre una retrospettiva critica sugli arredi in vetro della leggendaria azienda milanese, attraverso una scansione del repertorio creativo e dei periodi di produzione dei quattro grandi direttori artistici: Gio Ponti, Pietro Chiesa, Max Ingrand e Gae Aulenti.

Dalla sua fondazione, da parte di Gio Ponti nel 1932, fino alla dipartita dall’azienda di Gae Aulenti nel 1996, il catalogo di FontanaArte traccia un arco storico stilistico nel design del XX secolo, dalla logica razionale del modernismo fino alla giocosità del postmodernismo. L’azienda fissò gli standard del design italiano: la perfetta continuità tra la classicità e la tecnologia contemporanea, il connubio ideale tra arte e industria, la qualità superlativa dei materiali e della lavorazione artigianale del vetro industriale e l’elevazione dell’oggetto quotidiano all’arte del vivere.

La mostra, che sviluppa un percorso in cui ogni sala è focalizzata su un approfondimento specifico per ognuno dei designer, culmina in una suite arredata nello stile FontanaArte per rievocare una dimora fatta di interni in vetro. L’allestimento è stato realizzato su progetto dell’architetto Massimiliano Locatelli.

Vai al catalogo

Tapio Wirkkala alla Venini e Toni Zuccheri alla Venini

“Tapio Wirkkala alla Venini" e "Toni Zuccheri alla Venini” sono le mostre autunnali targate LE STANZE DEL VETRO, a cura di Marino Barovier e dedicate alla produzione di due artisti e designer che furono presenti alla Venini dagli anni Sessanta. Ognuno di loro, con la sua forte personalità, contribuì a caratterizzare la produzione della vetreria che, in quegli anni di grande trasformazione, non solo seppe proporre nuovi modelli senza rinunciare all’uso del colore, ma riuscì anche a rispondere alle nuove esigenze di essenzialità provenienti dal mondo del design.

Il primo aspetto venne sviluppato in particolare con il lavoro di Toni Zuccheri, a cui si deve la straordinaria serie di volatili e animali da cortile, a cui presto si affiancarono vasi dalle intense colorazioni e dalla linea organica, ispirata al mondo vegetale.

Dal 1966, la fornace si avvalse inoltre della collaborazione del finlandese Tapio Wirkkala che, forte di un’esperienza nel mondo del vetro nordico alla manifattura Iittala, portò un nuovo approccio in laguna cercando di coniugare la sua cultura con le lavorazioni muranesi, raggiungendo risultati significativi.

Vai al catalogo Toni Zuccheri alla Venini

Vai al catalogo Tapio Wirkkala alla Venini

L’Arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg

Si può ancora visitare la mostra in modalità virtuale grazie al virtual tour 3D che permette di approfondire, sala dopo sala, le straordinarie opere esposte grazie ai numerosi contributi testuali, fotografici e video dedicati alla produzione veneziana degli animali di vetro.

Gli oltre 750 pezzi che erano in esposizione – elefanti, ippopotami, gatti, giraffe, orsi, pappagalli, pesci, tartarughe, volpi… e persino minuscoli insetti realizzati a lume in scala reale – appartengono alla collezione personale che Pierre Rosenberg, storico Direttore del Museo del Louvre di Parigi, ha messo insieme in trent’anni d’assidua frequentazione di Venezia.

Accanto ad esemplari noti della Seguso Vetri d’Arte, agli zebrati di Barovier & Toso, agli acquari di Alfredo Barbini, la mostra ha proposto un vasto campionario di animali realizzati da vetrerie meno note ma altrettanto interessanti sul fronte della sperimentazione tecnica e formale della Murano del Novecento. A dimostrazione dell’inesauribile ispirazione del soggetto, la mostra ha incluso anche opere di artisti viventi come Cristiano Bianchin, Isabelle Poilprez, Maria Grazia Rosin e Giorgio Vigna.

L’allestimento è stato curato da Denise Carnini e Francesca Pedrotti, scenografe prestatesi a raccontare questo zoo di vetro, progettato a misura di bambino. A corredo della mostra è stato proiettato un video d’animazione realizzato da Giulia Savorani, artista visiva e regista che, partendo da disegni su vetro, ha dato vita a una fiaba ideata per quest’occasione da Giordana Naccari.

 

Vai al catalogo

Venezia e lo Studio Glass Americano

VIRTUAL TOUR “VENEZIA E LO STUDIO GLASS AMERICANO”- PARTE 1

 

VIRTUAL TOUR "VENEZIA E LO STUDIO GLASS AMERICANO" - PARTE 2

 

Con 155 eccezionali pezzi tra cui vasi, sculture e installazioni in vetro create da 60 artisti, americani e veneziani, la mostra a LE STANZE DEL VETRO, “Venezia e lo Studio Glass Americano”, curata da Tina Oldknow e William Warmus, già curatori di vetro moderno e contemporaneo al The Corning Museum of Glass di New York, è la prima a esaminare attentamente l’influenza che l’estetica e le tradizionali tecniche di lavorazione del vetro veneziano hanno avuto sullo Studio Glass americano dagli anni Sessanta ad oggi.

Al centro della mostra c’è la monumentale installazione di Dale Chihuly, Laguna Murano Chandelier, realizzata nel 1996 a Murano con i maestri veneziani Lino Tagliapietra e Pino Signoretto ed esposta nella Sala Carnelutti della Fondazione Giorgio Cini. Il lampadario, formato da cinque enormi componenti, incorpora elementi scultorei che rimandano alla laguna veneziana.

“Venezia e lo Studio Glass Americano” dimostra l’eredità duratura e versatile della produzione di vetro veneziano in America, analizzando l’impatto che Venezia ha avuto sull’arte vetraria americana contemporanea.

Elenco artisti:

Tina Aufiero, Philip Baldwin, Monica Guggisberg, Alfredo Barbini, Fulvio Bianconi, Martin Blank, Sonja Blomdahl, Nancy Callan, James Carpenter, Dale Chihuly, Deborah Czeresko, Dan Dailey, Laura Donefer, Jeff Mack, Fritz Dreisbach, Claire Falkenstein, Katherine Gray, William Gudenrath, Kim Harty, Richard Jolley, John Kiley, Beth Lipman, Marvin Lipofsky, Harvey K. Littleton, Flora C. Mace, Joey Kirkpatrick, Dante Marioni, Richard Marquis, Napoleone Martinuzzi, Josiah McElheny, James Mongrain, Benjamin P. Moore, William Morris, Andy Paiko, Marc Petrovic, Stephen Rolfe Powell, Kait Rhoads, Alexander Rosenberg, Richard Royal, Ginny Ruffner, Charles Savoie, Italo Scanga, Carlo Scarpa, David Schnuckel, Michael Schunke, Archimede Seguso, Pino Signoretto, Preston Singletary, Raven Skyriver, Thomas Stearns, Ethan Stern, Boyd Sugiki, Lino Tagliapietra, Mark Tobey, Norwood Viviano, Karen Willenbrink-Johnsen, Robert Willson, Fred Wilson, Mark Zirpel, Toots Zynsky

 

Vai al catalogo

Thomas Stearns alla Venini

“Thomas Stearns alla Venini”, curata da Marino Barovier, è la prossima mostra autunnale de LE STANZE DEL VETRO, aperta al pubblico sull’isola di San Giorgio Maggiore dal 9 settembre 2019 al 5 gennaio 2020.

L’artista americano frequentò la vetreria Venini nei primi anni Sessanta e, dopo un primo periodo in cui si avvicinò alle tecniche muranesi, cominciò a realizzare alcune opere dal carattere estremamente originale e insolito per la produzione locale.

Nacquero così delle piccole serie di vetri concepiti come un’espressione artistica dal carattere scultoreo, distinguibili per le forme asimmetriche e organiche e per i singolari tessuti vitrei, di grande matericità con inediti accostamenti cromatici.

Nel 1962, alla 31 Biennale, la Venini espose, insieme ai vetri di Tobia Scarpa, anche sei pezzi di Thomas Stearns che riscossero il plauso della commissione giudicatrice. Celebri i suoi pezzi: Il cappello del DogeFacciate di Venezia. Per questi lavori venne proposta la medaglia d’oro che però poteva essere assegnata solo ad un artista italiano.

La mostra sottolineerà inoltre l’interesse che Stearns rivolse anche a tecniche di rifinitura a freddo e all’illuminazione, valorizzando sia l’espressione artistica che la ricerca tecnica.

 

Vai al catalogo

Maurice Marinot.Il vetro, 1911-1934

È in programma dal 25 marzo al 28 luglio 2019 la mostra primaverile a LE STANZE DEL VETRO, "Maurice Marinot. Il vetro, 1911-1934", a cura di Jean-Luc Olivié, del Musée des art décoratifs, e Cristina Beltrami, primo tributo internazionale a questo grande artigiano del vetro.

Con oltre 200 opere e numerosi disegni preparatori, la mostra mette in luce l’incredibile originalità dell’artista-vetraio francese, dalle prime realizzazioni a smalto ai vetri soffiati e modellati di persona con straordinaria abilità e inesauribile capacità inventiva.

La mostra "Maurice Marinot. Il vetro, 1911-1934" permette di ammirare il lavoro di una figura fondamentale per la storia del vetro moderno e contemporaneo ancora non pienamente conosciuto dal grande pubblico.

LE STANZE DEL VETRO sono un progetto culturale e uno spazio espositivo permanente situato sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, e dedicato allo studio e all’esposizione delle forme moderne e contemporanee dell’arte vetraria. Ogni anno vengono realizzate due mostre: la prima in primavera dedicata all’utilizzo del vetro negli ambiti dell’arte e del design del ventesimo e del ventunesimo secolo; la seconda durante l’autunno dedicata ai talenti che nel Novecento hanno disegnato e progettato per la vetreria Venini.

Le mostre sono sempre a ingresso gratuito e ogni progetto espositivo è accompagnato da visite guidate, laboratori didattici e incontri speciali per tutta la famiglia.

 

Vai al catalogo

Qwalala

Qwalala è la seconda installazione temporanea (dopo Glass Tea House Mondrian di Hiroshi Sugimoto) a essere commissionata da LE STANZE DEL VETRO.

L’opera dell’artista americana Pae White, esposta nel giardino esterno de LE STANZE DEL VETRO, consiste in un muro curvolungo 75 metri e alto 2.4 metri realizzato con migliaia di mattoni di vetro fatti a mano in Veneto.

Il titolo dell’installazione, Qwalala, è un termine coniato dalla tribù di nativi americani Pomo e fa riferimento al corso serpeggiante del fiume Gualala nella California del nord che l’opera vuole richiamare, sia nella sua struttura che nel layout.

Circa la metà dei mattoni è in vetro trasparente, mentre i restanti saranno un turbinio di 26 colori diversi: da lontano questi mattoni creano un motivo astratto, pittorico, mentre ad uno sguardo più ravvicinato rivelano una miriade di dettagli. Il layout e la combinazione dei colori sono stati scelti dall’artista tra migliaia di combinazioni casuali generate al computer con l’utilizzo di un software ideato ad hoc per il progetto.

Apparentemente semplice nella forma, il muro esplora i limiti del vetro come materiale costruttivo e testimonia l’interesse di Pae White nel combinare materiali comuni e tecnologie, artigianato tradizionale e ingegneria avanzata, e nell’utilizzare l’industria manufatturiera per sfidare i limiti di ognuno di essi. Il risultato si può interpretare sia come una scultura che evoca l’architettura sia il contrario, come architettura che evoca la scultura.

Il progetto è accompagnato da un libro pubblicato da Verlag derBuchhandlung Walther Koenig.